I volti degli alpini friulani all’Adunata di Rimini.
Nei loro volti si vede gioia, l’orgoglio e la felicità per avercela fatta. Dopo due anni non sembra quasi vero ai circa 6mila alpini friulani che oggi si sono ritrovati a Rimini per la 93sima adunata nazionale. Una grande famiglia, circa 70mila in tutto i presenti, che è tornata a riabbracciarsi invadendo la città romagnola.
Tra di loro c’è anche chi ha fatto di tutto per esserci, mettendosi alla prova in vere e proprie sfide per raggiungere la tanto agognata Rimini, diventato un simbolo di ripartenza e di una festa che mancava da troppo tempo. Come gli alpini dei Rizzi di Udine; arrivati in furgone ad Argenta, hanno poi proseguito il loro percorso a piedi fino a destinazione: all’incirca 100 chilometri in soli tre giorni. Lo zoccolo duro, composto dai vari gruppi appartenenti alle principali sezioni, è invece partito il venerdì sera; una grande famiglia, quella degli alpini, che ha avuto modo di ricongiungersi dopo ben due anni di stop forzato.
L’entusiasmo nei sorrisi e negli occhi delle migliaia di penne nere hanno da subito contagiato l’intera città: tutti sentivano il bisogno di poter finalmente tornare a festeggiare, cantare, mangiare e bere, riunendosi con lo spirito gioviale che contraddistingue da sempre l’animo degli alpini. I quattro giorni di festa hanno avuto inizio giovedì, con l’apertura dello Stadio Neri di Rimini e l’inaugurazione della manifestazione.
A seguire, venerdì la sfilata che ha visto protagonisti labari e gonfaloni, mentre venerdì e sabato sono state caratterizzate da cerimonie di accoglienza di cui hanno fatto parte il sindaco di Rimini Jamal Sadegholva ad, la presentazione dell’inno delle 33 fanfare scritto e diretto dal maestro Mogol, e la cerimonia a San Marino, ristretta alle rappresentanze. Domenica, il giorno più atteso da tutti gli alpini.
Alle 13 e 30 circa, ha sfilato il Friuli, quinto settore, che è stato meritevole di particolare attenzione anche da parte dell’ex commissario Emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, che ha ricordato quanto sia emozionante poter nuovamente ricominciare a ricreare un clima gioioso e allo stesso tempo solidale. A seguire, nel tardo pomeriggio, il passaggio della “stecca”, che simboleggia il passaggio del testimone, che vedrà, il prossimo anno, proprio il capoluogo friulano ospitare la 94esima adunata alpina.