Approvato dopo un lungo dibattito il Piano oncologico in Friuli Venezia Giulia.
Un Piano oncologico che tocca “la carne viva” dei cittadini – definizione del dem Francesco Martines – non poteva che generare un lungo dibattito in III Commissione prima del via libera a maggioranza, con i consiglieri di Centrodestra compatti ma anche con numerosi distinguo all’interno di entrambi i poli politici.
Il più eclatante è il voto a favore di Enrico Bullian (Patto per l’autonomia-Civica Fvg), che con convinzione ha difeso il documento “da sinistra”, a differenza della collega Simona Liguori, contraria. Al momento del voto hanno detto sì al Piano anche Roberto Cosolini e Francesco Martines del Pd, mentre gli altri due commissari dem, Nicola Conficoni e Manuela Celotti, si sono espressi contro il documento. Contrari anche i consiglieri del gruppo Misto.
Dal canto loro, esponenti di Maggioranza come Moreno Lirutti (Fp), Maddalena Spagnolo (Lega) e Markus Maurmair (FdI) hanno fatto riferimento a criticità nei territori – esposte anche da alcuni amministratori locali nel corso del dibattito al Consiglio delle autonomie locali, riassunto oggi in aula dal suo presidente Giorgio Baiutti – confidando nel nuovo coordinamento oncologico regionale per la definizione delle scelte concrete da compiere nei prossimi anni.
Ha preso parte attivamente alla discussione anche il presidente della Terza, Carlo Bolzonello. Il consigliere di Fp ha parlato di “un Piano intellettualmente, scientificamente e metodologicamente onesto, che dice quel che è possibile o non è possibile fare“.
Bolzonello ha ringraziato “i tanti consiglieri che anche trasversalmente hanno voluto approfondire la tematica senza andare per forza sulla stampa a rivendicare l’io” e ha auspicato “un’approvazione del Piano all’unanimità, o quantomeno con una maggioranza più ampia di quella di governo” cercando “alleanze trasversali tra persone capaci di visione”.
Gli interventi dei consiglieri.
Ad aprire gli interventi è stata Simona Liguori (Patto-Civica), convinta che “nonostante l’impegno profuso, il Piano attuale manchi di una visione strategica che includa tutte le realtà territoriali. Alcuni Comuni hanno sottolineato il rischio di depauperamento del patrimonio professionale degli ospedali territoriali”. Liguori, rammaricandosi per il “mancato coinvolgimento delle organizzazioni dei pazienti“, ha sottolineato che “anche il Policlinico Città di Udine chiede di entrare nella rete per non perdere le competenze accumulate dai suoi professionisti”. Rosaria Capozzi (M5S) è invece convinta che “lo stralcio della tabella di sintesi dimostra che a prevalere è stato il campanilismo politico più che le scelte tecniche. Ne è emerso un documento monco in quanto non c’è più il piano di distribuzione delle chirurgie oncologiche”.
“Come è possibile che il solo togliere una tabella metta tutti d’accordo?”, si è chiesto Furio Honsell (Open Sinistra Fvg). “Ho l’impressione – ha aggiunto – che questo Piano sia solo un adempimento, che non dice molto sulla centralità del paziente, non parla di personale né di punti di accesso. In questo settore invece bisogna ricostruire la fiducia e la coesione del sistema. Sarebbe meglio programmare delle audizioni, tenere fermo il Piano e rifletterci ancora“. Un invito che è stato avanzato anche da Laura Fasiolo (Pd): “Rimandiamo il Piano, perché questo non è il momento giusto per approvarlo. Servono modifiche a questa prima bozza, si poteva aspettare un paio di mesi dando riscontro a tante legittime richieste degli operatori. È stato seguito un metodo sbagliato, con una grave carenza di coinvolgimento”.
Di parere diverso il già citato consigliere Bullian: “Questo Piano – ha detto l’esponente del Patto-Civica, anticipando il suo voto favorevole – ha diversi punti di forza: indica il perimetro della sanità pubblica per gestire il malato oncologico, migliora qualità e sicurezza degli interventi, riorganizza le chirurgie oncologiche, stabilisce la gestione delle fasi acute negli ospedali di prossimità”. “Da tempo chiediamo di investire nella sanità pubblica – ha aggiunto il consigliere di Opposizione – e ora che si arriva a questa tappa fondamentale non dovremmo sottrarci dall’esprimere il nostro sostegno. Io da vero riformatore difendo un Piano che ritengo utile per le classi subalterne. Chi me lo fa fare? Nessuno, ma se condivido un provvedimento io voto a favore“.
Sostanzialmente favorevole anche il giudizio del dem Martines: “Nel Piano ci sono numeri e statistiche apprezzabili dal punto di vista tecnico, ed è importante la previsione di prendere in carico i pazienti nell’ospedale più vicino. Ma la sintesi finale era la tabella, e toglierla credo sia stato un cedimento di carattere politico, è evidente che Riccardi e Fedriga hanno avuto qualche stop dal territorio del Pordenonese“. Il collega di gruppo Nicola Conficoni ha invece puntato sulle criticità, sottolineando “il mancato coinvolgimento delle associazioni dei malati e la mancata condivisione dei professionisti”, e lamentando “la devalorizzazione del Cro di Aviano”.
Ha difeso il documento invece Michele Lobianco (Forza Italia), convinto che “questa delibera di Giunta assomigli a una riforma sanitaria che si fonda su alcuni pilastri tra i quali il principio universalistico delle cure in un contesto di sanità pubblica e di continuo aggiornamento. La parola-chiave del documento è presa in carico di un paziente che oggi a un certo punto deve decidere dove andare, mentre in futuro sarà guidato con passaggi nitidi e precisi”.
Pur favorevole, il consigliere Lirutti (Fp) ravvede nel Piano alcune criticità, a partire “dal metodo di lavoro che deve essere perfezionato, condividendo con i professionisti anche le conclusioni”. L’esponente di Maggioranza si è chiesto anche “cosa fare con gli ospedali spoke” sostenendo che “bisogna avere anche il coraggio di chiudere qualcosa: tutto così com’è non sta in piedi“. Lirutti ha inoltre chiesto all’assessore Riccardi “di coinvolgere i direttori di dipartimento nel gruppo di lavoro specialistico”.
“È evidente – ha osservato il dem Cosolini – che sia nella Maggioranza sia nelle Opposizioni ci sono posizioni diverse su questo documento. Io comprendo alcuni punti di vista critici, ma ci sono anche posizioni interessate. Il punto fermo è comunque il rafforzamento del ruolo della sanità pubblica, chiederei di non derogare da questo principio e di concentrare alcuni interventi strategici, rassicurando nel contempo gli ospedali spoke”.
Decisamente più critica la collega di gruppo Manuela Celotti: “Se l’obiettivo è riformare la rete ospedaliera, serve una norma e non basta una delibera di Giunta. E noi non possiamo essere chiamati a firmare una cambiale in bianco. Mi chiedo quali strategie si vogliano seguire per la chirurgia di base”.
Marco Putto (Patto-Civica) ha centrato il suo intervento sui “dissidi all’interno della Maggioranza, con il Piano oncologico che è finito nel tritacarne del dibattito sul terzo mandato e sulle candidature a sindaco. Questo documento ha una sua logica, ma non è sufficiente per accoglierlo nella sua interezza”.
Sui distinguo in seno al Centrodestra si è espresso anche Markus Maurmair (Fratelli d’Italia) che ha spiegato come “le lettere inviate dai professionisti del settore abbiano portato a comprendere alcune necessità. L’assessore ha quindi stralciato la tabella, dimostrando la volontà di raccogliere i frutti del lavoro che sarà svolto dal comitato tecnico di coordinamento, nell’ambito di un percorso che durerà tre anni, con verifiche semestrali”. Quanto ai territori, “il Friuli occidentale auspica che l’accentramento delle chirurgie non depauperi il nuovo ospedale di Pordenone, appena inaugurato“.
Sulla posizione di FdI è intervenuto anche il capogruppo Claudio Giacomelli in sede di dichiarazioni di voto. “Prendo atto con soddisfazione – ha detto – dello stralcio della tabella, che non è una rivoluzione rispetto al Piano ma non è neppure irrilevante. Sono stati i professionisti a dire che era meglio togliere quella tabella perché i numeri non sono certi. E mi fanno piacere le parole dell’assessore Riccardi rispetto al ruolo del Cro e dell’Università“.
Critica invece, pur apprezzando “il coraggio dell’assessore”, la consigliera Serena Pellegrino (Avs), che teme “un vuoto di servizio sanitario per il ceto meno abbiente. Lei, Riccardi – ha concluso – è uscito dalla logica del consenso ma è entrato nella logica dei tagli”. Meno drastico Massimiliano Pozzo (Pd), che ha apprezzato “l’impostazione e la metodologia del Piano, con importanti passaggi su presa in carico e percorsi di cura” ma è preoccupato per la posizione di FdI e si chiede “se il partito di Maggioranza voglia solo stralciare la tabella o mettere in discussione l’intero Piano”.
Maddalena Spagnolo (Lega), facendo riferimento alla situazione nel territorio della Bassa friulana, è convinta che “l’assessore ascolterà e approfondirà i rilievi espressi dai sindaci“, ricordando come l’ospedale di Latisana sia “un’eccellenza per il trattamento del colon retto” e dunque occorra fare attenzione “a non svuotare gli ospedali spoke, dove a volte viene offerta la cura migliore”. La collega di gruppo Lucia Buna ha invece insistito sull’urgenza di agire: “La rete oncologica – è la metafora scelta dall’esponente leghista – in questo momento ha un cancro e dunque non c’è tempo, bisogna intervenire. La presa in carico del paziente servirà a portarlo nella struttura migliore: nel caso di tumori alla mammella, il Cro è un’eccellenza da valorizzare ulteriormente”.
Al termine del dibattito e prima del voto finale, l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi era tornato sul dibattito all’interno della Maggioranza assicurando “di non aver fatto alcun dribbling in quanto non mi sono sentito marcato da nessuno. Il Centrodestra non è una caserma e siamo abituati a confrontarci anche da posizioni diverse”. Quanto alla tabella stralciata, “la richiesta è partita dai tecnici, e comunque il Piano ha un percorso lungo. Ora spetterà al coordinamento oncologico regionale fare questo tipo di lavoro”. Rassicurazioni infine anche sul futuro della sanità pordenonese: “L’interim che è stato affidato non è un mandato al direttore generale a fondere le diverse strutture”.