Per Coldiretti Fvg cruciale il tema delle irrigazioni.
“Sempre più urgente realizzare una rete di invasi naturali per captare le acque meteoriche e consentire l’irrigazione anche nelle zone sprovviste, visto anche il piano nazionale di ripresa e resilienza che prevede investimenti in infrastrutture per l’approvvigionamento idrico per prevenire e contrastare le conseguenze del cambiamento climatico”.
La ribadita richiesta è della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia, con il direttore Cesare Magalini, che aggiunge: “Grandinate a parte, le piogge delle ultime ore sono assolutamente provvidenziali per attenuare lo stress idrico dei vigneti privi di irrigazione, specialmente in collina, dove lo sviluppo dei grappoli appare in ritardo rispetto alle vigne che possono disporre dell’acqua”.
Primavera fredda e piovosa.
Nel contempo, prosegue Magalini, “esprimiamo grande soddisfazione per il fatto che un numero sempre maggiore di produttori singoli, cooperative e consorzi adottano protocolli volontari di produzione biologica, integrata o comunque sostenibile. Tema questo che sarà centrale nella prossima programmazione comunitaria e che comunque è sempre più all’attenzione del consumatore”.
Quanto alla vendemmia, spiega il responsabile del settore vitivinicolo della Coldiretti Fvg Marco Malison, lo sviluppo dei grappoli nei vigneti della regione è molto diversificato. “Quasi ovunque il germogliamento della vite e il successivo sviluppo vegetativo sono stati ritardati a causa di una primavera fredda e piovosa – precisa Malison –. Le gelate di inizio aprile hanno determinato qualche problema in pianura soprattutto sulle varietà precoci, ma tutto sommato il danno è stato quantitativamente poco significativo. Il bel tempo registrato nei mesi di giugno e luglio ha favorito l’allegagione e, in generale, lo stato sanitario è più che buono”.
Ma appunto, “la prolungata assenza di precipitazioni, sommata alle alte temperature nel mese di luglio, con effetti evidenti sui vigneti privi di irrigazione, rende ancora prematuro indicare una data di inizio della raccolta, e molto dipenderà dalla meteorologia delle prossime due settimane. La stima, in ogni caso, è di un calo di produzione del 5-10% rispetto alla vendemmia precedente”.