Fiato sospeso in Fvg per il ritorno in arancione.
In Friuli Venezia Giulia è bassa la paura per le nuove varianti, ma il rischio di ritorno in zona arancione è tutt’altro che scongiurato. È l’analisi di Fabio Barbone, epidemiologo e capo del comitato scientifico regionale per il monitoraggio sul coronavirus.
Preoccupano, da più parti, le nuove varianti del Covid, in particolare quella inglese. E Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, ha lanciato l’allarme. Qual è lo scenario in Fvg? “Ora in regione non abbiamo evidenze di una maggiore percentuale di varianti rispetto ad altre parti d’Italia. Da questo punto di vista non siamo tra le aree più preoccupate e preoccupanti, ma va aumentato il numero di sequenziamenti per ogni campione. Per l’andamento attuale, non notiamo maggiore infettività”.
Da più parti, però, è trapelato il rischio che il Fvg torni in zona arancione. Timori fondati? “Rimaniamo con il fiato sospeso, non tanto per motivi epidemiologici, ma per preoccupazioni legate alle varianti, che in questo momento, ripeto, non sembra sia un nostro problema”. I dati, in regione, sono “in miglioramento – aggiunge Barbone – per tutta la settimana che si è conclusa la scorsa domenica. Tutti i parametri si presentano in discesa, rimane soltanto la terapia intensiva oltre soglia del 30%, credo anche per motivi di organizzazione”.
Qual è la “ricetta” per guardare avanti senza patemi? “Va mantenuto alto il livello di guardia perché siamo tutti quanti, a livello europeo e mondiale, preoccupati per le varianti – conclude Barbone -. C’è attenzione a eventuali sorprese derivanti da identificazioni di casi legati alle mutazioni considerate a maggiore infettività, ma possiamo contare su un monitoraggio attento e puntuale”.