Il consigliere regionale Novelli dopo i casi di aggressione a Udine e Trieste.
La situazione nelle città del Friuli Venezia Giulia preoccupa il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli, che dopo le aggressioni a Udine e la maxi rissa a Trieste (dove pare che alcuni partecipanti siano partiti proprio dal capoluogo friulano), invoca maggiori poteri per le forze dell’ordine.
“Dopo un periodo di apparente calma – ha detto -, la violenza torna ad esplodere nelle nostre città. Aggressioni, risse, coltelli, e ora anche spranghe: episodi che si moltiplicano nelle strade e sui mezzi pubblici, seminando paura tra i cittadini”. “Qualcuno pensa che dobbiamo sottometterci a queste bande di delinquenti? Io ho un’idea diversa – continua il consigliere -. È urgente modificare le normative per dare più poteri alle forze dell’ordine, permettendo loro di agire con autorevolezza e con la garanzia che la legge tuteli loro e non i criminali”.
Secondo l’esponente di Forza Italia, è il momento di abbandonare i messaggi rassicuranti e affrontare la realtà con decisione. “Chi sono gli aggressori di Galleria Astra a Udine? Da dove vengono? Le telecamere e i sistemi di riconoscimento ci sono: usiamoli per identificarli e punirli. Non può passare il messaggio che un genitore con un bambino debba abbassare lo sguardo di fronte a questi branchi di incivili” sottolinea.
Novelli punta il dito contro l’uso di armi improprie, come coltelli e bastoni, sempre più diffuso tra i gruppi di aggressori. “Quanti di questi individui girano armati? È un fenomeno sporadico o una prassi consolidata? Se non interveniamo, rischiamo che presto un fendente diventi fatale” avverte il consigliere regionale.
La politica, per Novelli, deve occuparsi di temi concreti e sentiti, come la sicurezza urbana, anziché concentrarsi su questioni distanti dalla quotidianità. “Un aspetto fondamentale – evidenzia -, è che sia le leggi, che i mezzi di informazione e comunicazione, si schierino dalla parte delle forze dell’ordine, di chi lavora per la sicurezza dei cittadini. Non deve passare il messaggio che il trasgressore resterà impunito“.
“Non possiamo pretendere che gli agenti, in caso di pericolo, usino il guantino di velluto. Sono loro le prime vittime di chi provoca, insulta, offende, sputa e alza le mani o, peggio, coltelli, spranghe e bastoni. Mettiamoli – conclude Novelli – nelle condizioni di difendersi e di difenderci“.