Sono 15 i morti sul lavoro in Friuli Venezia Giulia da gennaio a luglio.
Il Friuli Venezia Giulia l’unica regione in Italia dove gli infortuni mortali sul lavoro sono aumentati tra il 2022 e il 2023, con l’incidenza dei morti per milione di occupati quasi triplicata, da 7,8 del 2022 a 23,1 del 2023 (primo semestre). Triplicato invece di netto il numero delle vite perdute: sono 15 i morti sul lavoro nel periodo gennaio-luglio di quest’anno, contro i 5 nello stesso periodo 2022, sebbene gli infortuni complessivi siano leggermente calati, 9.326 rispetto ai 10.384 dello stesso periodo dell’anno scorso.
“Se pensiamo agli uccisi dalla mafia, ai femminicidi, tutti i giorni giustamente ci indigniamo e dobbiamo unire le forze per fermare questi crimini. C’è anche una terza strage quotidiana, quella delle morti sul lavoro: in media tre vite perse ogni giorno, spesso per mancanza di formazione delle vittime e delle imprese, qualche volta per logiche di mero profitto- commenta il segretario generale UIL del Friuli Venezia Giulia, Matteo Zorn. Per questo la Uil ribadisce la richiesta al governo di istituire urgentemente il reato di ‘omicidio sul lavoro’, per chiunque che, violando le norme sulla salute e sicurezza sul lavoro, causi la morte di una lavoratrice o di un lavoratore”.
Per il segretario della UIL regionale, oramai è necessaria un’azione più radicale: “Uno degli strumenti urgenti da introdurre è la cosiddetta ‘patente a punti’ per le imprese, che tengano conto la regolarità del rispetto delle normative, i criteri della sicurezza sul lavoro, la legalità e la correttezza nell’applicazione dei contratti collettivi di lavoro – spiega Zorn -, perché si premino nelle gare di appalto, in particolare pubbliche, le aziende virtuose e si penalizzino o escludano quelle non virtuose”.
Patente per le imprese, ispezioni e formazione.
Ci vuole poi una “campagna straordinaria di ispezioni, che presuppone il potenziamento degli organi ispettivi, con un coordinamento permanente tra Ispettorato del Lavoro e Aziende sanitarie. Serve rafforzare la formazione e l’addestramento alla mansione, oramai diritti fondamentali di ogni lavoratrice e lavoratore. La formazione alla sicurezza sul lavoro va inserita nei programmi scolastici nazionali di tutte le scuole superiori (come già con la Regione e le parti datoriali ci stiamo adoperando), perché gli studenti di oggi sono lavoratori, professionisti e imprenditori di domani; e va potenziata anche per i datori di lavoro e per tutti coloro che intendono avviare un’attività lavorativa”.
La salute e la sicurezza, aggiunge il segretario regionale UIL, “passano anche attraverso la capacità e la forza di rappresentanza del sindacato nei luoghi di lavoro. Dove c’è un sistema radicato di Rls/Rlst e relazioni sindacali, il livello degli infortuni è più basso e le aziende sono più sicure. Quindi va valorizzata anche la rappresentanza sindacale come strumento di sicurezza sul posto di lavoro”, conclude Zorn.