“Com’è bello da Trieste in giù”: in regione l’esposizione degli abiti di Raffaella Carrà

Esposizione Raffaella Carrà Trieste Sala Sbisà foto © Gabriele Crozzoli

Una mostra sugli abiti di scena di Raffaella Carrà.

Gli abiti di scena di Raffaella Carrà rivivono nella mostra promossa dal Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo, e realizzata da Prandicom- IES Trieste Lifestyle, “Com’è bello da Trieste in giù”, allestita al Magazzino 26 di Porto Vecchio a Trieste (Sala Sbisà) dal 30 novembre 2024 a domenica 16 febbraio 2025.

Un percorso espositivo – per la prima volta presentato nel Nordestcaleidoscopico e scintillante, come lo è stata la carriera della “Raffa” nazionale, star evergreen, icona dello spettacolo fra le più note e amate di sempre: da Trieste in giù, e in tutto il pianeta.

Negli spazi della Sala Sbisà sono esposti 35 straordinari abiti dall’archivio privato di Giovanni Gioia e Vincenzo Mola (collezioni Carrà) e 2 donati dall’autore Rai Massimiliano Canè, consulente artistico per i video d’epoca che, scorrendo accanto ai costumi di scena, ricostruiscono oltre 30 anni di storia dello spettacolo, della tv e della società italiana.

Collezioni Carrà ha estratto dal suo archivio una sequenza di abiti che ci proiettano nei programmi-cult della Tv italiana, e non solo: attraverso tournée e produzioni cinematografiche che hanno visto protagonista Raffaella Carrà in Italia e a tante latitudini del pianeta, impegnata in coreografie indimenticabili oppure alla conduzione di talk show che hanno cambiato la filosofia della televisione dal mattino al prime-time serale.

Viaggeremo così dal tour di Forte, forte, forte (1976) al fortunatissimo show Carràmba! che fortuna (2008), passando attraverso format di successo straordinario come Pronto, Raffaella? e Buonasera, Raffaella, ma anche Domenica in e varie edizioni di Fantastico, il film Barbara e spettacoli on stage come Millemilioni.

Ma è soprattutto a un programma che sulla fine degli anni Settanta ha fatto epoca, Ma che sera, che l’evento espositivo si ispira: perché proprio la sigla iniziale di quella trasmissione, l’evergreen Tanti auguri! (Com’è bello far l’amore), veniva inciso da Raffaella Carrà nel 1978 per la Cbs: un brano che chiamava in causa Trieste come città dalla quale far discendere l’amore, con versi che promuovevano per la prima volta, con verve, straordinaria lungimiranza e una attualità formidabile persino per i tempi che viviamo, quasi 50 anni dopo, l’immagine di una donna capace di autodeterminarsi, libera, indipendente.

Anche per questo l’evento espositivo di Trieste si rivela una dedica appassionata a una grande donna di spettacolo, al suo talento e alla sua umanità. Un’esposizione che ci trasporta, come una macchina del tempo glamour sfavillante, attraverso 32 anni di televisione, di spettacolo, di evoluzione sociale e del costume, sulle ali di uno dei personaggi più iconici e amati in Italia e in tutto il mondo.

Esposta a Trieste una collezione davvero d’eccezione, tra strass, paillettes, chiffon, pietre Swarovski, luccichii, tessuti preziosi, tagli originali, sempre personali, di alta sartoria. Taglie dalla 38 alla 42, vestiti che pesano anche dieci chili, abiti disegnati da note griffe dello spettacolo come Gabriele Mayer e la sua sartoria artistica (dalla quale sono usciti anche molti abiti di Renato Zero e Lorella Cuccarini o i costumi di film come Marie Antoinette di Sofia Coppola).

A firmare gli abiti sono anche molti altri professionisti del mondo dello spettacolo, come Corrado Colabucci e Luca Sabatelli: vestiti che rappresentano un patrimonio culturale e artistico e dai quali si sprigiona ai visitatori lo stile del personaggio Carrà nel suo l’impeccabile caschetto biondo, nelle eleganze maliziose e negli eccessi indossati con ironia.

Abiti di lustrini e paillette, costumi da sera e tute ma anche giacche, motivi dall’optical al super chic, tante mise sospese fra il bianco, il nero e il rosso – i colori più amati – ma anche l’oro, il blu notte e l’argento. Trentacinque “scrigni” fruscianti, che schiudono l’icona, mito del varietà, ma anche la storia della televisione tricolore così come Raffaella Carrà l’ha incarnata.