Interrogazione in Regione sul trasporto scolastico.
“La presa di posizione della Filt Cgil, che ha denunciato il ritardo nel pagamento degli stipendi di dicembre e delle tredicesime da parte della ditta Tundo di Lecce ai suoi autisti, è l’ennesima denuncia del clamoroso errore che è stato fatto affidando il trasporto scolastico di numerosi Comuni del Friuli Venezia Giulia a un’azienda che si sta dimostrando inaffidabile”. Lo scrive in una nota il presidente in Consiglio regionale di Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, illustrando l’ultima interrogazione del suo Gruppo sull’argomento.
“Dopo le evidenti inadempienze manifestate all’avvio del servizio – dichiara il consigliere -, ora si verifica anche nella nostra regione quello che sta avvenendo da molti anni in altre realtà italiane e che avevamo denunciato fin dall’inizio di questa incredibile vicenda: Tundo non paga i propri dipendenti puntualmente, come qualunque azienda seria dovrebbe fare, a maggior ragione se affidataria di un servizio pubblico. Abbiamo indirizzato quindi l’ennesima interrogazione alla Giunta regionale, in particolare all’assessore Callari, che ha tutta la responsabilità politica di questa situazione indecente”.
“Patto per l’Autonomia – fa presente ancora Moretuzzo – ha denunciato dall’inizio l’errore compiuto dalla Regione con questa gara e già nel mese di settembre aveva chiesto la rescissione dell’affidamento della gara alla ditta Tundo, in base alle conclamate inadempienze rispetto al capitolato di gara che era stato vinto dall’impresa di Lecce anche in base ad alcuni parametri che poi non sono stati rispettati”.
“C’erano tutte le condizioni per rescindere l’affidamento e far finalmente lavorare le aziende locali, che hanno dimostrato di essere in grado di svolgere un servizio puntuale ed economico – prosegue l’esponente di opposizione -. L’amministrazione Fedriga, invece, ha preferito sorvolare sulle inadempienze e scaricare sui Comuni la gestione del rapporto con l’azienda e l’individuazione delle soluzioni alternative, in alcuni casi con costi che superano il centinaio di migliaia di euro. L’assessore Callari non ha avuto il coraggio di fare quello che hanno fatto a settembre numerosi Comuni della Provincia di Treviso e pochi giorni fa anche il Comune di Bovolone (Verona), proprio a causa del mancato pagamento degli stipendi: risolvere per inadempimento il contratto di appalto”.
“Con l’interrogazione – conclude Moretuzzo -, chiediamo se c’è l’intenzione di sostenere i Comuni per procedere finalmente alla rescissione del contratto”.