L’intervento delle Fiamme Gialle di Trieste.
Due autobotti, 40mila litri di carburante per autotrazione e un deposito clandestino ubicato in provincia di Roma: è questo il bilancio dell’ultimo sequestro operato dai finanzieri del nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trieste e del terzo nucleo Operativo Metropolitano di Roma nell’ambito di un’ampia operazione coordinata da Europol e conclusasi con il fermo e l’identificazione di due responsabili colti in flagranza di reato.
In particolare, le Fiamme Gialle di Trieste hanno fermato nei pressi del valico di Fernetti un Tir con targa austriaca proveniente dalla Slovenia che dichiarava di trasportare prodotti solventi non soggetti ad accisa. Immediatamente era scattato un “Alert” e il mezzo è stato pedinato per scoprire la sua reale destinazione. Dopo aver imboccato l’autostrada a Venezia in direzione Bologna, il Tir ha proseguito sulla A1 uscendo al casello di Roma Nord, per poi recarsi nel comune di Capena ed entrando in un capannone privo di insegne.
A quel punto, i finanzieri del nucleo di Trieste hanno deciso di irrompere all’interno del capannone e con l’ausilio dei colleghi del terzo nucleo Operativo Metropolitano di Roma, prontamente attivati ed intervenuti sul luogo delle operazioni, hanno arrestato l’autista del mezzo (di nazionalità slovena) e un suo complice romano che lo attendeva all’interno del deposito clandestino per le operazioni di trasbordo del prodotto, rivelatosi essere in parte gasolio ed in parte benzina.
Il settore della distribuzione dei carburanti è un comparto fondamentale e strategico per l’economia nazionale, con un valore che si aggira sui 45 miliardi di euro all’anno di fatturato complessivo e che occupa circa 80mila lavoratori fra titolari, collaboratori e dipendenti, con oltre 22mila impianti nella rete ordinaria e circa 450 aree di servizio autostradali. Le ultime stime sul fenomeno del contrabbando di carburanti per autotrazione dicono che dal 10 al 20% del prodotto movimentato in Italia corra ormai sul mercato illegale e parallelo, sottraendo all’erario 6 miliardi, in buona parte attraverso frodi all’Iva. Il giro d’affari è vorticoso e le organizzazioni che si sono inserite mettono in grave difficoltà gli operatori onesti, anche con minacce dirette, e spesso riescono a rilevare l’intera filiera, dal deposito alla pompa, per rendere più difficili i controlli.
Il contrabbando di carburanti, cui si accompagnano a valle le frodi carosello in materia di Iva, si è progressivamente esteso negli ultimi anni in diverse regioni europee e non poteva non coinvolgere anche il Friuli Venezia Giulia quale naturale “porta dell’Est Europa” per i prodotti diretti nel territorio nazionale, dove tali traffici illeciti sono quasi sempre gestiti da prestanome o altre figure legate ad ambienti criminali di stampo mafioso fortemente interessati dagli elevati margini di guadagno che tale business può procacciare. È proprio in questo scenario criminoso di portata transnazionale che si inserisce l’azione di contrasto della Guardia di Finanza che, anche grazie al coordinamento di Europol e tramite il Comando Generale del Corpo, può operare mettendo in diretto collegamento le Fiamme Gialle di Trieste con le omologhe istituzioni degli altri paesi UE coinvolti da tali traffici illeciti.