L’assessore regionale Fvg: “Impensabile riaprire la questione”.
Non sono passate nemmeno 48 ore dalle dichiarazioni del presidente del consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, che alla Festa del vino di Bertiolo aveva dichiarato di voler riaprire il dossier sul nome del Tocai, che già arriva la doccia fredda del collega di maggioranza in Regione, nientemeno che l’assessore alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche e alla montagna, Stefano Zannier,
“Dopo oltre dodici anni dall’ultima pronuncia giuridica in merito – ha commentato Zannier – è perlomeno utopistico pensare di poter ritornare a usare la dicitura Tocai per quello che ormai in tutto il mondo viene chiamato ‘Friulano’. La Regione ha combattuto strenuamente per tutelare la denominazione Tocai, ma quella sfida, purtroppo persa, appartiene al passato, quindi dobbiamo guardare al futuro e promuovere al meglio gli attuali prodotti del Friuli Venezia Giulia e non dare vita a battaglie di retroguardia che rischiano solo di alimentare false speranze”.
Dalle cantine il caso si trasferisce sui banchi della politica.
Il caso diventa politico, visto che la stessa Regione, attraverso un comunicato stampa ufficiale, riporta le dichiarazioni dell’assessore che così spegne l’entusiasmo per la possibilità “paventata da alcuni esponenti istituzionali – si legge nella nota della Regione – di avviare un’azione politico-legale per recuperare il nome Tocai per il vino ora noto come Friulano”.
Riprendere in mano il dossier?
Non bastasse, sulla questione l’assessore va giù pensante rispetto a quelle che reputa “chiacchiere da bar”. Zannier, infatti, ha rimarcato che “al momento la Regione non ha alcuna evidenza dell’individuazione di nuovi elementi che potrebbero far ipotizzare una riapertura della questione, ma se altri esponenti hanno evidenza di aperture in tale senso da parte dell’Unione europea dovrebbero segnalarle formalmente di modo da consentire di verificare la loro fondatezza per distinguere sentieri legalmente e istituzionalmente percorribili da illazioni dalle chiacchiere da bar”.
Zannier ha spiegato che “sia gli organi di giustizia dell’Unione europea sia la Corte costituzionale si sono espresse in maniera molto chiara rispettivamente a favore dell’Ungheria e del suo Tokaji e sull’impossibilità per la Regione di legiferare in una materia che ha riflessi sul commercio internazionale e comunitario e, ormai da anni, tutte le aziende vitivinicole del Friuli Venezia Giulia hanno investito risorse e promosso attraverso le etichette delle loro bottiglie il Friulano. Inoltre, per ridurre il disagio economico causato dal cambio di denominazione sono stati investiti per la promozione del Friulano oltre 10 milioni di euro, 8 dei quali di provenienza statale e 2 regionali”.