Terzo mandato per i sindaci dei Comuni fino a 5mila abitanti.
Via libera al terzo mandato dei sindaci nei Comuni fino a 5000 abitanti. Per i municipi ancora più piccoli, al di sotto dei mille residenti, non ci sarà più alcun limite di mandato. Sono queste le due principali novità introdotte dal Consiglio regionale al termine di una lunga e accesa discussione sul capo IV del ddl Omnibus.
La Maggioranza ha fatto valere i suoi numeri e ha respinto la richiesta dei gruppi di Opposizione di stralciare l’emendamento presentato dalla Lega, controfirmato da tutti i gruppi politici che governano la Regione e condiviso dalla Giunta.
L’assessore alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti, il capogruppo e altri esponenti della Lega e di Progetto Fvg/Ar hanno spiegato che con queste norme ci si adegua a quanto deciso a livello nazionale sui Comuni fino a 5000 abitanti. Per quanto riguarda la liberalizzazione dei mandati nei micro Comuni – una potenzialità e non una certezza, è stato sottolineato, in quanto l’ultima parola spetterà sempre ai cittadini elettori – rappresenta la risposta alle difficoltà di trovare candidature e rinnovare la classe politica, specie nei Comuni di ridotte dimensioni demografiche, in sostanza un problema di vocazione alla politica.
Le posizioni dei partiti sul terzo mandato per i sindaci.
La Lega ha auspicato una condivisione generale della norma da parte di tutto il Consiglio ma le forze di Opposizione, in particolare il Pd, hanno posto una questione di metodo. Numerosi consiglieri dem hanno osservato che l’importante emendamento è arrivato solo a ridosso della discussione in Aula, giudicando inaccettabile intervenire in questo modo su un tema così delicato, che avrebbe meritato invece un’ampia discussione in Commissione. È arrivata dunque una proposta di stralcio, condivisa anche da altre forze di Opposizione ma bocciata dalla Maggioranza.
Posizione un po’ più sfumata quella di Fratelli d’Italia, che ha firmato e votato la norma ma auspica un intervento ancora più radicale, con la cancellazione del limite di mandato per tutti i Comuni, e non solo quelli più piccoli. Il voto favorevole del gruppo FdI è arrivato dunque per leale adesione alla Maggioranza, ma con il dispiacere di non essere stato pienamente coinvolto sul tema. E qualche distinguo è stato espresso anche tra le forze di Opposizione, con il Patto per l’Autonomia che ha votato a favore dell’estensione al terzo mandato, ma non della variazione che riguarda i Comuni sotto i mille abitanti. Gli altri gruppi di minoranza hanno espresso un voto contrario, mentre il Pd ha deciso di non partecipare al voto. Un consigliere dem ha infine rivelato di essere personalmente contrario ai vincoli di mandato.
Il M5S ha posto il problema della polverizzazione dei Comuni, sostenendo che i sindaci a volte finiscono per diventare una sorta di amministratori di condominio.
La discussione sulla nuova legge elettorale regionale.
Nell’ambito della vivace discussione si è parlato anche della nuova legge elettorale regionale. L’assessore alle Autonomie locali ha più volte ribadito di aver invitato le Opposizioni a riscrivere insieme le regole partendo da un foglio bianco, il Pd gli ha risposto che non sarà possibile alcuna discussione se la base di partenza sono liste e listini bloccati. La Giunta ha a sua volta controrisposto che le liste bloccate non sono previste, non fanno cioè parte della base di discussione.
Le altre proposte.
È stata invece stralciata, all’unanimità, la proposta del Patto che chiedeva di abbassare al 30 per cento la soglia dei voti necessaria per eleggere il sindaco nei Comuni in cui si presenta alle elezioni una sola lista. Approvati rapidamente, invece, gli altri articoli ed emendamenti del capo IV, su rendicontazione e termini per l’accesso al Fondo sicurezza, domande di finanziamento ed erogazioni anticipate in materia di lingue minoritarie, spese ammissibili per la tutela e promozione della lingua friulana, trasferimento somme a enti del Comparto, procedure per il rafforzamento amministrativo dei soggetti attuatori del Pnrr.