Lo studio sulle performance del Servizio sanitario del Friuli Venezia Giulia.
Una fotografia impietosa della sanità regionale. Così i gruppi di Opposizione in Consiglio regionale hanno definito in una conferenza stampa i risultati della valutazione preliminare della Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa sulla performance del Servizio sanitario del Friuli Venezia Giulia per il 2021.
Secondo le opposizioni – come si legge in una nota congiunta diffusa dal Movimento 5 Stelle – gli indicatori e i cosiddetti “bersagli” evidenziano numerose criticità, con il Fvg che risulta fanalino di coda, insieme alla Basilicata, tra le regioni considerate nel report.
Lo studio, spiegano i consiglieri M5S, ha analizzato la capacità di resistere alla pandemia continuando a erogare le attività e di riprendere le prestazioni: in molti casi, quali ad esempio il volume degli interventi chirurgici oncologici, “non solo non si è recuperato il terreno perso nel 2020 a causa della pandemia, ma il Friuli Venezia Giulia è stata l’unica regione a peggiorare, mentre altri hanno recuperato e, in alcuni casi fatto meglio rispetto al periodo pre-Covid”.
Ma la nostra regione, sempre secondo i pentastellati, presenta criticità anche per quanto riguarda il costo sanitario pro capite, le vaccinazioni anti Covid, l’appropriatezza operativa e prescrittiva, con un elevato tasso di risonanze magnetiche muscolo scheletriche. Siamo i peggiori – si legge ancora nella nota – per il rispetto dei tempi massimi negli interventi chirurgici per tumore e per i controlli oncologici, l’obsolescenza tecnologica e per tasso di ospedalizzazione dei ricoveri oltre i trenta giorni. “L’assessore Riccardi – continuano i consiglieri M5S – ci spieghi perché siamo i fanalini di coda, ben distanti da Veneto e Toscana, le regioni più virtuose“.
Il Gruppo civico ha dichiarato di voler continuare a denunciare tutte le lacune di un sistema sanitario regionale che, nonostante i grandi investimenti, continua a peggiorare sulle liste di attesa e sulla fuga del personale sanitario dai nostri ospedali. “Se l’assessore alla Salute venderà gli atti aziendali come la soluzione a questi problemi, sarà un grosso tranello”
Secondo i Cittadini, fermamente convinti che con gli atti aziendali, per come sono nati con dinamiche non basate su criteri di efficienza e produttività, la situazione non potrà che peggiorare: “La cosa più grave è che la Giunta se ne sta accorgendo in ritardo e a posteriori, quando i danni sono ormai irreparabili”.
“Basta propaganda sulla sanità, i dati dell’indagine Bersaglio sono drammatici e mostrano un Fvg peggiorato più di tutti e con i più bassi margini di miglioramento”, sostengono i consiglieri del Partito Democratico. “Pesa in maniera determinante l’assenza di organizzazione e gli atti aziendali dimostrano come il Centrodestra stia mettendo in atto un piano che sta spogliando e svilendo la rete di ospedali del territorio. Le forti problematiche delle liste d’attesa continuano a pesare sui cittadini: uno su due si paga le visite di tasca propria, un fatto grave che aumenta le disuguaglianze e che dimostra che chi se lo può permettere velocizza visite e diagnosi, gli altri restano intrappolati in inesorabili liste d’attesa”.
Ora, per il Pd, è necessaria un’operazione verità che chiarisca le reali difficoltà e permetta di approntare risposte: “Chi governa ci dica cosa intende fare alla luce di questi dati, senza usare scuse, perché non si può continuare a pensare di usare la pandemia come un tappeto sotto cui nascondere i problemi del sistema e le mancanze della riforma voluta dal Centrodestra”.
Secondo il Gruppo Misto, una regione una volta eccellente per la sua sanità oggi è una realtà meno che mediocre, ma si tratterebbe di “un disastro annunciato. La chirurgia oncologica non rispetta i tempi massimi ed è valutata “pessima” dalla Scuola Sant’Anna, le decine di milioni spese per diminuire le liste di attesa servono a ben poco senza un controllo sull’appropriatezza diagnostica. Aumentano le degenze sul fronte medico e chirurgico, mentre l’alto tasso di amputazioni legate al diabete dimostra come l’assistenza territoriale sia in crisi”. Secondo il Misto manca progettualità, assistiamo soltanto ad annunci e a una fuga dalle responsabilità, quando la politica dovrebbe fornire ai tecnici gli elementi per pianificare.
“Cos’altro deve succedere?”, si chiede il Patto per l’Autonomia, che ha denunciato più volte le tante criticità della sanità regionale, gli errori a ripetizione nell’impostazione della governance, “le scelte fallimentari della Giunta Fedriga che hanno minato un sistema già in crisi, oggi in cortocircuito. Lo ha confermato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, l’Istituto Sant’Anna di Pisa che ha fornito una fotografia impietosa della sanità del Friuli-Venezia Giulia. Serve altro all’Esecutivo per prendere atto della situazione e cambiare immediatamente rotta?”.
I consiglieri del Patto confermano la disponibilità a collaborare nelle sedi opportune per individuare soluzioni che permettano di affrontare i problemi della sanità regionale, le cui ripercussioni sul diritto alla salute sarebbero ben evidenti.
Secondo Open Sinistra Fvg, infine, lo studio mette in chiaro la responsabilità dei manager e della politica: “Essere i peggiori per obsolescenza tecnologica significa non avere capacità di attrazione nei confronti delle migliori professionalità”. Il dato sulle amputazioni relative al diabete confermerebbe come la sanità territoriale non abbia la forza per evitare queste soluzioni estreme. “Con il prossimo assestamento di bilancio arriveranno altre ingenti risorse per la sanità, ma non è un problema di quantità di fondi, bensì di efficacia della spesa: l’auspicio di Open è che si tenga conto di questi indicatori per intervenire dove c’è bisogno, altrimenti la situazione peggiorerà ancora”.