Sportello ansie da Covid di Federconsumatori e Adiconsum Fvg.
L’ansia come disturbo più ricorrente tra adulti e giovani. Ma anche solitudine, carenze e criticità nelle relazioni familiari e sociali, rabbia, attacchi di panico, stress e ossessioni legate alle condizioni di salute, nei casi più gravi tendenze suicide. È un sintetico screening delle casistiche affrontate, nei primi sei mesi di attività, dallo sportello di sostegno psicologico gestito da Federconsumatori e Adiconsum Fvg in attuazione di un progetto congiunto lanciato dall’assessorato alle Attività produttivo della Regione e dal ministero per lo Sviluppo economico.
Una spia d’allarme.
Il progetto ha visto l’attivazione di un vero e proprio servizio di sostegno individuale, in presenza o a distanza, affidato a una psicologa professionista. Già cinquanta le persone che si sono rivolte allo sportello, “che rappresenta oggi – dichiarano i presidenti regionali di Federconsumatori, Angelo D’Adamo, e di Adiconsum, Giuseppe De Martino – un’importante spia di allarme su uno degli effetti più profondi e diffusi della pandemia, per quanto spesso nascosto e sottovalutato, essendo espressione di un malessere che fatica a uscire dalle mura familiari o addirittura ad essere confidato a familiari, amici o colleghi”. Sono stati inoltre realizzati venti video tutorial dedicati all’analisi dei disturbi piscologici più diffusi, disponibili sul portale consumatorifvg.it. Portale che a breve non richiederà più la registrazione dell’utente per l’accesso ai contenuti, con l’obiettivo di renderli più facilmente e rapidamente fruibili.
Le carenze nel supporto dei servizi sanitari.
Se il numero di persone che si sono rivolte allo sportello conferma come il servizio risponda a un’esigenza concreta e diffusa sul territorio regionale (vedi dati), a preoccupare le due associazioni che lo gestiscono sono le carenze nel rapporto con la rete dei servizi sanitari e sociosanitari. “Delle cinquanta persone che hanno chiesto aiuto allo sportello – spiegano ancora D’Adamo e De Martino – 19 sono state segnalate e indirizzate ai competenti servizi delle aziende sanitarie o dei comuni, ma soltanto 2 sono state prese in carico”.
Ecco perché Federconsumatori e Adiconsum sollecitano un’implementazione della rete dei servizi sociosanitari e un più stretto raccordo tra tutti i soggetti in campo. “Riteniamo che dietro ai ritardi o all’impossibilità della presa in carico – concludono D’Adamo e De Martino – ci siano innanzitutto le carenze di organico che si ripercuotono sui servizi, ma anche l’assenza di un raccordo con i soggetti del privato sociale e del volontariato che andrebbero coinvolti sia nella programmazione che nell’erogazione dei servizi. È un problema grave, perché intervenire per tempo sui disturbi psicologici e sulle loro cause consente di bloccare o quantomeno rallentare l’insorgere di patologie più gravi e qui impattanti, che rischiano di aggravare pesantemente nel tempo gli effetti della pandemia sugli individui, sulle relazioni economiche e sociali, sull’occupazione e sul nostro sistema di welfare”.
Da qui la richiesta di un “tavolo con i due assessorati coinvolti, Attività produttive e Sanità, i responsabili dello sportello, le Aziende sanitarie e i soggetti del terzo settore che possono contribuire a un potenziamento e ad un maggiore coordinamento dell’azione di lotta e contrasto al disagio psicologico”.