Cgil confederale Fvg, Spi e Funzione pubblica critici con l’assessorato.
“I numeri sulle liste di attesa resi noti dall’Agenzia regionale per il coordinamento sulla salute non fanno che certificare una situazione che era nota da tempo e che non riguarda soltanto l’impatto della pandemia nel 2020, ma anche l’assenza di segnali di recupero dei ritardi nell’anno in corso. Non a caso l’Arcs prevede un ulteriore allungamento dei tempi di attesa, certificando così l’assoluta inefficacia delle misure messe in campo dall’assessorato, ivi inclusa la delibera del 3 agosto scorso, di fronte a un’emergenza che non è contingente, ma strutturale“.
È quanto sostiene la Cgil regionale, in una nota congiunta firmata dalla responsabile sanità della segreteria confederale Rossana Giacaz e dai segretari dei sindacati dei pensionati (Spi) e della Funzione pubblica, Roberto Treu e Orietta Olivo.
Le richieste del sindacato.
“Sono mesi – scrivono Giacaz, Treu e Olivo – che denunciamo la gravissima situazione delle liste di attesa e che riscontriamo, attraverso specifici monitoraggi, il mancato rispetto dei tempi previsti dai protocolli. Abbiamo ripetutamente chiesto un piano straordinario di assunzioni, finalizzato al potenziamento degli orari ambulatoriali, dei presidi ospedalieri e territoriali, in linea con gli obiettivi strategici del Pnrr. La delibera di agosto, dietro all’obiettivo dichiarato di abbattere i tempi di attesa, cela invece una logica opposta, quella di finanziare le aziende private a scapito del servizio pubblico e a scapito, soprattutto, del diritto del cittadino a una sanità pubblica efficiente e in grado di affrontare l’impatto della pandemia senza pregiudicare i livelli essenziali di assistenza”.
Da qui la richiesta di riconvocare con urgenza i tavoli con le organizzazioni sindacali, “per un confronto che non riguardi soltanto le liste di attesa, ma anche le altre criticità ed esigenze più volte poste sul tavolo dai sindacati confederali e di categoria: l’emergenza personale, il rafforzamento dei servizi territoriali, l’accreditamento delle case di riposo secondo i nuovi standard di riclassificazione e il contenimento delle rette, il potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare”.