L’esponente della protesta contro le regole della pandemia in Fvg.
Il coronavirus? “Esiste”. Ma… “Non è quella malattia che ci hanno detto”. Cioè? “Colpisce soprattutto i grandi anziani con altre patologie. E in molte regioni ci sono addirittura meno morti degli anni precedenti”. Quindi lei è una negazionista? “Tutt’altro. Sono per un pensiero critico basato sulle fonti ufficiali. Sono un’affermazionista. I negazionismi sono, secondo me, gli altri”. Numeri alla mano Giulia, anzi Giulietta come la chiamano in confidenza nel movimento che dalla fine dello scorso anno agita le piazze del Friuli, è pronta a replicare punto su punto alla vulgata ufficiale della pandemia. 51 anni, triestina che vive a Udine, laurea triennale in fisioterapia (“dopo il diploma all’istituto tecnico biologico-sanitario”, precisa), di professione fisioterapista, dice di essere una che “con la salute ho sempre avuto a che fare”.
Tra i fan di Io apro, della Marcia della liberazione e degli altri, numerosi, comitati, sorti in questi mesi per contestare le misure prese contro la pandemia, è tenuta in grande considerazione, al punto da essere diventata una dei simboli della protesta in Friuli Venezia Giulia. “Diciamo che nella storia sono sempre le minoranze ad aver lasciato un segno. Che sono sono state le persone più lungimiranti, le più lucide”, anticipa.
E lei che segno vuole lasciare?
“Da un anno a questa parte ho iniziato a studiare i dati per amore della verità. Studio i dati dell’Oms, quelli Istat, cosa dice l’Istituto superiore della sanità”.
E cosa ha trovato?
“I dati dicono che l’eta media dei decessi con il Covid è salita da 80 a 81 anni. Fonte Istituto superiore di sanità. Così come dicono che il numero di patologie medie pregresse in chi è deceduto è il 3,6. Il 97% delle persone che sono morte aveva patologie pregresse gravi. Questo dicono i dati. I morti sotto i 50 anni sono l’1,1%, sempre secondo l’Iss. E aggiungo che sotto i 40 anni, tra chi non aveva patologie pregresse, i decessi sono stati circa 30. Un numero piuttosto esiguo”.
E del Friuli Venezia Giulia cosa dice?
“Avevo fatto i calcoli e non eravamo tra le regioni più colpite. L’unica che veramente ha avuto il boom di decessi è stata la Lombardia. Allora mi chiedo: perchè scatenare un panico del genere, questo terrorismo mediatico, per una malattia che colpisce grandi anziani, spesso già gravemente ammalati? In molte regioni abbiamo avuto pure meno morti rispetto agli anni precedenti”.
C’è il problema delle terapie intensive e dell’alta contagiosità del virus…
“Il problema delle terapie intensive lo abbiamo da anni. Eravamo il fanalino di coda in Europa. Il problema non è il contagio, il problema è il protocollo che viene usato. I pazienti non vengono curati con i protocolli adeguati. Non puoi dare il paracetamolo e attendere la dispnea, cioè la fatica a respirare, per agire. Per fortuna ci sono alcuni medici che l’hanno capito e stanno iniziando a non usare più quei protocolli, come in Piemonte”.
Ha avuto il Covid?
“No. O meglio, non lo so. Non ho avuto i sintomi”.
Nella sua famiglia hanno avuto il Covid?
“No, però conosco tanti che sono risultati positivi. Nessuno ha preso il paracetamolo e nessuno è finito intubato. Sa qual è la verità?”
No, me la dica…
“Stiamo usando il tampone come metodo di screening diagnostico, quando chi l’ha inventato ha spiegato chiaramente che non serve a questo scopo. E sa qual è la percentuale di falsi positivi con il tampone? Secondo alcuni il 90%. La verità è che i tamponi non vengono utilizzati correttamente e si processano con un numero di cicli eccessivo, con la conseguenza di chiudere in casa magari persone che non sono nemmeno contagiose”.
Quindi, cosa consiglia di fare?
“Utilizzare i protocolli adeguati già usati in altre regioni, come il Piemonte. Potenziare la sanità, fare una corretta diagnosi e soprattutto in presenza di sintomi. Non possiamo restare tutti chiusi in casa per una malattia che colpisce i grandi anziani e che hanno altre patologie. Abbiamo il diritto di essere liberi. Proteggiamo gli anziani, con una mascherina adeguata, e quando iniziano ad avere qualche sintomo interveniamo a domicilio. Vede, questo virus non è nemmeno così contagioso come lo dipingono. Sicuramente più contagioso di altri, ma io sono qua, con mia nonna di 99 anni in casa. Uso una cautela ragionevole. La abbraccio, ma non la bacio. Sono sicura che qualsiasi anziano preferirebbe vivere 6 mesi di meno che rinunciare all’affetto dei suoi cari”.
Si vaccinerà?
“Non voglio sottostare ai ricatti. Chi si uniforma al regime è quello che paga il conto più alto. La storia ci ha sempre insegnato questo”.