I dati sul consumo illecito di sigarette in Friuli Venezia Giulia.
Il Friuli Venezia Giulia resta tra le aree più impattate dal consumo illecito di sigarette in Italia, anche se nella regione il fenomeno si è ridotto sensibilmente, attestandosi a una percentuale del 12%, pari a 150 milioni di sigarette.
Il punto sulla situazione è stato fatto oggi a Trieste, presso il Savoia Excelsior Palace, durante l’incontro “Un brutto vizio: il commercio illecito nel settore dei tabacchi”, evento promosso nell’ambito del Tavolo M.A.C.I.S.T.E. (Monitoraggio Agromafie Contrasto Illecito Settori Tabacchi ed E-cig) dalla Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema alimentare, in collaborazione con Philip Morris Italia.
La nostra regione è particolarmente interessata dal fenomeno criminale per via della sua peculiare posizione geografica. Esperti del settore a livello nazionale hanno analizzato e discusso le ultime evidenze relative al fenomeno, insieme alle misure di contrasto disposte dagli attori coinvolti.
Il fenomeno in Europa.
Secondo il Rapporto KPMG sul consumo illecito di sigarette in Europa, commissionato da Philip Morris Product SA,, in un quadro europeo di sostanziale peggioramento del fenomeno illecito, con 35,2 miliardi di sigarette illecite consumate (8,3% del consumo totale) e 11,6 miliardi di euro di mancante entrate fiscali, l’Italia si conferma anche nel 2023 una best practice nel contrasto al fenomeno. La percentuale di consumo illecito è infatti ulteriormente diminuita, arrivando all’1,8% del totale (-0,5% vs 2022), per quanto la perdita stimata di entrate fiscali ammonti alla cifra considerevole di circa 219 milioni di euro. Impressionante il confronto con alcuni Paesi come la Francia – dove il consumo illecito di sigarette nel 2023 si è attestato alla percentuale record del 33% – caratterizzati da approcci regolatori e fiscali particolarmente restrittivi.
Guardando allo scenario europeo in termini di consumo illecito di sigarette, l’Italia si pone tra i Paesi virtuosi, ma c’è una apparente contraddizione: se da una parte il nostro Paese si colloca fra quelli dove il consumo di sigarette illecite è minore, dall’altra parte vi si registra la maggior parte di sequestri, denunzie e arresti, cosa certificata dall’Organizzazione Mondiale delle Dogane – ha osservato Carlo Ricozzi, già Generale CA Guardia di Finanza e Coordinatore del Tavolo M.A.C.I.S.T.E. – Questo perché le rotte del contrabbando vedono il nostro Paese come luogo di transito: dal Nord Africa, dall’Europa dell’Est, dai Balcani, dal Sud-est asiatico, dal Sud-est della Penisola Arabica, i traffici raggiungono l’Italia e da lì si irraggiano in quei Paesi dove è più alto il prezzo al consumo delle sigarette, tra i quali Francia, Regno Unito e Irlanda”.