” Vi racconto la mia Lilly”.
Una storia d’amore durata trent’anni quella tra Sebastiano Visintin, ex reporter settantatreenne e la povera Liliana Resinovich, 63 anni, che probabilmente sarebbe durata tutta la vita se quel 5 gennaio del 2022 il cadavere della donna non fosse stato rinvenuto nei pressi del parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste in circostanze che, ad oggi, dovranno essere nuovamente chiarite.
Le carte infatti sono ancora tutte da rimescolare, il sostituto procuratore Maddalena Chergia ha disposto la riesumazione del corpo entro la fine del mese, cosi da poter finalmente far luce sulle dinamiche che hanno portato alla morte di LIliana.
Il primo incontro.
Era il lontano 1989 quando Sebastiano e Lilly si incontrarono per la prima volta, in una sala di un ristorante adibita a mostre artistiche e dove l’uomo era presente in qualità di fotografo “Ricordo molto bene la prima volta che vidi Lilly, entrò nella sala con le sue amiche, era bellissima – dice Sebastiano – solo un mese piu’ tardi però ebbi l’occasione di parlarle, le dissi che avrei voluto conoscerla e, da quel giorno, non ci separammo più”.
Un colpo di fulmine forte, intenso e profondo quello che Sebastiano prova nei confronti di Liliana, tanto da separarsi – e in seguito divorziare – dalla sua prima moglie per poi, pochi anni dopo, sposare quella che, come spesso ribadisce l’uomo, “era la donna della mia vita”. “Mi sono reso conto fin da subito che era una donna speciale, mi sentivo come se avessi scoperto la stella più brillante del firmamento, scattò un amore forte e travolgente da ambo le parti – ricorda Sebastiano – anche se non nego che inizialmente sia mia figlia Natascia, che dal 2020 purtroppo non c’è più, sia mio figlio Piergiorgio non vedevano di buon occhio questa unione, soprattutto quando siamo convolati a nozze, cosi come la mamma di Lilly. Nonostante questo però, il giorno del fatidico si erano tutti presenti, perché nel frattempo si erano resi conto che il nostro era un grande amore e la cerimonia fu intima e raccolta, un giorno indimenticabile”.
Il matrimonio.
“Quando andai a casa dei genitori di Lilly per chiedere la mano della figlia, mi misi in ginocchio e, con un nodo alla gola, esternai le mie intenzioni alla madre – spiega Visintin – ero l’uomo più felice del mondo e stavo coronando il mio sogno”. Da quel giorno, la coppia Visintin Resinovich visse in maniera simbiotica: viaggi, escursioni, gite, sempre a contatto con la natura. Da Capo Nord, alla Grecia dove la coppia è stata più volte, passando per la Francia, la Spagna, ma anche nel nostro Paese, come le cinque Terre, il Gargano, il golfo di Napoli e la Puglia; poi due volte l’anno andavamo a Brema, in Germania, a trovare mia sorella. Negli ultimi anni poi, la coppia si era appassionata di mountan bike, e spesso, caricate le biciclette in auto, percorrevano centinaia di chilometri lungo i sentieri una volta arrivati a destinazione.
“Una volta andavamo in giro anche in moto, mentre negli ultimi due tre anni ci piaceva moltissimo percorrere le strade immerse nella natura in bicicletta, infatti uno dei miei ultimi viaggi è stato proprio tra Austria, Croazia e Slovenia – prosegue Visintin – a proposito di viaggi, l’ultimo che avremmo dovuto fare a febbraio sarebbe stato a Ubatuba, in Brasile, a far visita a dei nostri cari amici, ma purtroppo questo non è stato possibile”. Una vita sempre alla scoperta di nuovi orizzonti, sempre a contatto con la natura, ma vissuta in maniera umile, dal basso profilo, tra oggetti vintage e mercatini dell’usato. “Io e Lilly avevamo un tenore di vita molto basso, eravamo estremamente attenti nel non sperperare il danaro, non abbiamo mai acquistato nulla di nuovo, amavamo e apprezzavamo oggetti e vestiario a basso costo” confida Sebastiano.
La riesumazione alla ricerca della verità.
Sconforto, tristezza, ma anche una gran voglia che tutta questa orribile storia possa concludersi finalmente con quella verità che permetterà a Liliana di riposare in pace, come merita “Sapere che il corpo di Lilly verrà messo nuovamente sopra ad un tavolo autoptico mi fa male, tuttavia, se questo serve a scoprire la verità, è giusto cosi, spero di poter un giorno far cremare il corpo come lei desiderava, ce lo siamo promessi nel 2015 quando io ero ricoverato in ospedale per dei gravi problemi cardiaci e, pensando di non farcela, le avevo detto che, nel caso in cui fossi venuto a mancare, avrei voluto essere cremato – conclude Sebastiano – e lei mi disse che avrebbe voluto, un domani, la stessa cosa, quindi io intendo rispettare il suo volere”. “E’ stata la donna della mia vita – afferma in ultima battuta Sebastiano – il suo ricordo sarà sempre con me ogni giorno della mia vita”.