I sindaci non convinti dalla “fase due” annunciata da Conte.
Delusi, quando non addirittura arrabbiati. Molti sindaci del Friuli hanno mostrato di non gradire le decisioni adottate dal Governo sulla “fase due”, enunciate ieri sera dal premier Giuseppe Conte. Più di qualche primo cittadino si attendeva qualcosa di più e lo ha detto a chiare lettere.
“I motivi di buonumore per riprendere una vita un po’ più normale oggi non sarebbero mancati – è l’analisi di Francesco Brollo, sindaco di Tolmezzo -. Invece è una mattina un po’ strana, velata di incertezza, perché temo che la prudenza del nuovo decreto del Presidente del Consiglio sia troppa, specialmente per gli esercenti di bar e ristoranti, che devono aspettare il 1° giugno per riaprire”. Non a caso, nel pomeriggio di oggi nel capoluogo carnico i commercianti sono scesi in piazza per protestare.
“Ho ascoltato Conte, e mi limito a non commentare. Ma la vedo dura, tanto dura. Presidente Mattarella, è già tardi, prenda in mano la situazione, adesso. Fallo per l’Italia e gli italiani” è l’appello di Roberto Revelant, primo cittadino di Gemona. Più diretto Luigino Bottoni, sindaco di Osoppo: “Credo che ieri sera si sia vista una brutta pagina della storia italiana, con la conferenza di Conte. Ma per me quello che più brucia è percepire come la politica si sia fatta da parte per lasciare il comando al comitato tecnico-scientifico. Abbiamo forse votato i tecnici che comandano loro? Saranno forse tecnici a far ripartire l’Italia? Perché non si ascoltano i rappresentanti delle categorie economiche? Perché tutta questa distanza tra il governo e la realtà che stiamo vivendo? Perché non guardiamo cosa stanno facendo gli altri paesi europei? E tutte queste paternali prive di contenuti? Domande senza risposta. Sono molto preoccupato, quante battaglie si sono perse nella storia per l’incapacità e gli errori dei generali e dei loro presunti informatori…”.
Duro anche il sindaco di San Daniele, Pietro Valent: “Il cronoprogramma della fase 2 annunciato ieri sera dal Presidente Conte è una doccia gelata da togliere il fiato. Il Paese si aspettava una ripartenza ed invece ci troviamo ancora in una Fase 1 e 1/4 che il sistema socio economico non potrà reggere – il suo affondo -. Credo che le scelte annunciate rappresentino un gravissimo errore, un errore che se davvero portato avanti così come annunciato sarà fatale per gran parte delle aziende italiane. Resteranno solo macerie. Auspico in un ravvedimento del Governo che deve dare fiducia alle imprese ed agli italiani facendoli tornare al lavoro! Noi sindaci ci siamo, tutto con le maniche rimboccate per aiutare la ripartenza, ma Roma deve cambiare passo e soprattutto molte idee!”
“Sono preoccupato per Udine e per i suoi commercianti. Permane la sofferenza di troppi lavoratori e imprenditori”, ha detto il sindaco di Udine, Pietro Fontanini.
Non ha gradito quanto stabilito da Conte nemmeno Rodolfo Ziberna, sindaco di Gorizia: “In questo periodo ho cercato di evitare le polemiche, in particolare quelle politiche perché le nostre energie devono essere concentrate sugli interventi contro il Covid-19. Non lo farò neppure questa volta anche se sono molto preoccupato, deluso e infastidito dalla poca lungimiranza e dalla mancanza di una vera strategia da parte del governo: interi settori sono in ginocchio e anziché predisporre un piano immediato di riapertura, pur con prescrizioni ferree si preferisce rinviare tutto sine die. Che grave errore”. Gli scontenti, insomma, sono molti.