Tempi di attesa lunghi anche per alcuni interventi.
Una sanità a luci e ombre, quella del Friuli Venezia Giulia, dove, ad una prevenzione al top, fanno da contraltare tempi di attesa troppo lunghi, sia nei Pronto Soccorso (per i codici bianchi), sia per alcuni esami e interventi. E’ quanto emerge dal III Rapporto civico sulla salute di Cittadinanzattiva, appena presentato.
La prevenzione.
Nel 2021, il Friuli Venezia Giulia si distingue per l’investimento in prevenzione sanitaria, destinando il 59,3% della spesa totale per la prevenzione alla “prevenzione e controllo delle malattie infettive, inclusi i programmi vaccinali”. Si tratta di una delle quattro regioni italiane che supera il 50% in questa categoria. A livello nazionale, la spesa complessiva per la prevenzione ammonta a 7,19 miliardi di euro, con una media di 121,4 euro pro capite.
Un altro dato positivo per il Friuli Venezia Giulia riguarda l’utilizzo del sistema CUP per le prenotazioni sanitarie: nel 2022 è una delle 12 regioni ad aver utilizzato esclusivamente l’agenda gestita dal CUP. Inoltre, il Fvg si posiziona al terzo posto nel 2023 per l’adesione allo screening colorettale, con una partecipazione del 52,4% della popolazione tra i 50 e i 69 anni, superato solo da Veneto (64,2%) e Valle d’Aosta (63,5%). La regione è anche tra le 15 che offrono screening neonatali estesi.
I tempi di attesa.
Tuttavia, emergono delle criticità riguardo i tempi d’attesa al Pronto Soccorso. Secondo i dati Agenas riportati nell’analisi dell’associazione, i cittadini del Friuli Venezia Giulia attendono in media 128 minuti per i codici bianchi (contro una mediana nazionale di 111 minuti) e 147 minuti per i codici verdi. Questi tempi di attesa risultano superiori rispetto a molte altre regioni italiane.
Il Friuli Venezia Giulia si colloca inoltre tra le regioni con le performance meno soddisfacenti per quanto riguarda gli interventi chirurgici per tumore alla prostata e alla mammella, sia in termini di quantità di interventi in classe A sul totale, sia per i tempi d’attesa.
L’indagine di Cittadinanzattiva si è concentrata anche sull’analisi dei tempi di attesa di sei prestazioni, in tutte le regioni: prima visita cardiologica, prima visita pneumologica, prima visita ginecologica, prima visita oncologica, ecografia addome completo, mammografia.
La fotografia emersa evidenzia che da nord a sud ci sono difficoltà nel rispetto delle tempistiche previste dalle diverse classi di priorità (u-urgente: da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 72 ore; b-breve: da eseguire entro 10 giorni; d-differibile: da eseguire entro 30 giorni per le visite, entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; p-programmata: da eseguire entro 120 giorni).
Fra i casi limite nelle realtà che indicano i tempi di attesa in giorni Cittadinanzattiva segnale che
nell’Azienda Universitaria Friuli Centrale, si attendono in media 498 giorni per l’ecografia addome programmabile, e 394 giorni per la visita ginecologica sempre con codice p.
“In Friuli Venezia Giulia – cita il rapporto -, quasi tutte le prestazioni oggetto di indagine, a maggio, sono state erogate ben oltre i giorni previsti. In veneto invece succede l’esatto contrario: tempi rispettati per tutte le prestazioni e tutte le priorità. Così succede anche in Calabria”.