Sanità in Fvg, il rapporto Agenas rivela un calo di qualità e quantità dei servizi erogati: l’allarme della Cgil.
Sanità in Fvg, grido d’allarme lanciato dalla Cgil, specie dopo i recenti risultati del rapporto Agenas. Un rapporto nel quale i dati rivelano un quadro preoccupante: in calo la qualità e la quantità dei servizi erogati.
Secondo un’indagine della stessa Cgil, tra il 2018 e il 2023, le visite specialistiche e la diagnostica strumentale sono diminuite del 14%, con 100mila prestazioni in meno rispetto a cinque anni fa. A destare allarme è anche lo studio Passi d’argento, che evidenzia come il 22,8% degli anziani rinunci a visite mediche e esami per difficoltà economiche o per le lunghe liste d’attesa. Complessivamente, il tasso di rinuncia alle cure nella regione sfiora il 10% (dati Istat), cifra che testimonia un disagio crescente.
L’assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, ricorda il segretario della Cgil Fvg Michele Piga, ha sottolineato il recente aumento delle richieste di prestazioni specialistiche, attribuendolo all’invecchiamento della popolazione e alla crescita delle patologie croniche. Ma la Cgil solleva dubbi sulle politiche regionali, accusando la Giunta di “favorire l’assistenza privata, destinando a essa sempre più risorse e contribuendo così al depotenziamento del sistema pubblico”. Secondo il sindacato, il sistema pubblico avrebbe infatti “perso capacità operativa non garantendo più una presa in carico adeguata dei pazienti, limitando il ruolo dei distretti e la disponibilità dei medici di medicina generale”.
Alla luce di questa crisi, “Riccardi ha invocato un cambiamento per il 2025, affermando che sarà necessario prendere decisioni rinviate per trent’anni”, ricorda Piga. Ma per la Cgil, l’unica strada percorribile è “un’inversione di rotta che restituisca al sistema pubblico un ruolo centrale nella difesa della salute dei cittadini, ponendo come priorità l’accessibilità e la qualità delle cure per tutti, senza eccezioni”.