L’europarlamentare Elena Lizzi alla Conferenza finale del progetto Ideahl.
“É importante investire sull’alfabetizzazione sanitaria digitale con strategie specifiche per aiutare le persone più vulnerabili come gli anziani, i disabili e i malati cronici nell’uso degli strumenti digitali per la gestione della propria salute”. A sostenerlo è l’europarlamentare Elena Lizzi (Lega-Identità e Democrazia), intervenendo a Bruxelles alla Conferenza finale del progetto Ideahl “A Digital Health Literacy Strategy for Active Healthy Living”, finanziato da Horizon Europe e che coinvolge 14 partner di 10 diversi stati membri e con capofila la Central European Initiative (Cei), il cui segretariato ha sede a Trieste.
“L’era digitale negli ultimi anni ha rivoluzionato la nostra vita e la cambierà sempre di più nel futuro – ha detto Lizzi, che è stata relatrice ombra del programma quadro per la ricerca Horizon Europe, dotato di un fondo da 95 miliardi di euro -. Mettere i cittadini dell’Unione Europea in condizione di utilizzare gli strumenti digitali e di assumere un ruolo più attivo nella gestione della propria salute e del proprio benessere è un obiettivo importantissimo da perseguire”.
Per il secondo anno la Cei ha scelto il Parlamento europeo e l’europarlamentare Lizzi per presentare il risultato del proprio lavoro, mettendo così in evidenza il rapporto che le singole Regioni europee possono avere direttamente con le istituzioni europee. “Mi complimento con lo staff della Cei per il risultato raggiunto – ha continuato Lizzi – credo che il Friuli-Venezia Giulia debba andare fiero di poter ospitare una simile organizzazione e sono certo che potrà avvantaggiarsi della sua collaborazione anche su questo tema”.
“La creazione dello Spazio europeo dei dati sanitari – ha poi aggiunto – si collega bene agli obiettivi di Ideahl per rafforzare la resilienza e l’efficienza dei sistemi sanitari verso la trasformazione digitale. Lo Spazio europeo dei dati sanitari creerà uno spazio comune in cui le persone fisiche potranno agevolmente accedere e trasmettere i propri dati sanitari elettronici a livello nazionale e transfrontaliero, in modo affidabile e allo stesso tempo tutelando la privacy. Inoltre, consentirà di ottimizzare e rendere più efficienti ed efficaci le cure da parte del personale sanitario a livello nazionale e internazionale, e permetterà ad autorità, ricercatori e aziende farmaceutiche di prepararsi a dare risposta alle emergenze sanitarie e a sviluppare farmaci salvavita, come nel campo della lotta al cancro. La conoscenza – ha concluso Lizzi – è la chiave per poter sfruttare al meglio i benefici derivanti dal digitale, sia per i cittadini sia per i professionisti della sanità. Gli Stati membri devono sempre più investire nell’alfabetizzazione sanitaria digitale per migliorare le competenze sul tema e superare gli ostacoli ancora presenti”.