Caro bollette e materie prime mettono a rischio i ristoranti del Fvg.
Due ristoratori su dieci saranno rischiano di abbassare le saracinesche dei loro locali entro la fine del 2022 in Friuli Venezia Giulia. Stiamo parlando del 20% tra bar, ristoranti, alberghi, pizzerie. La causa è dei folli rincari delle bollette del gas e dell’aumento esponenziale delle materie prime.
Pare infatti che la mole di lavoro di quest’estate, soprattutto nelle località balneari di Lignano Sabbiadoro e Grado, non sia bastata ad ammortizzare i costi, schizzati alle stelle già da qualche mese. La speranza, motore che ha spinto a stringere i denti fino all’ultimo, è stata quella che gli organi di competenza potessero fare qualcosa per evitare quello che purtroppo, ad oggi, è diventato inevitabile.
“Ho fatto tutto il possibile per far sì che questo momento non arrivasse. Io e la mia famiglia, ristoratori da generazioni, abbiamo gestito diversi locali in Fvg. Per la prima volta, non riusciamo a vedere un barlume di speranza in questa assurda situazione. Abbiamo lavorato sodo quest’estate nel nostro ristorante, ma tutti i sacrifici sembrano non aver avuto riscontri“, racconta G.N. , titolare di diversi locali nella nostra regione.
“Sono amareggiato, per me e per la mia famiglia questo rappresenta un fallimento. Un fallimento in primis del sistema, che non è stato in grado di far fronte e tutelare noi ristoratori. Spero solo che la stessa sorte non tocchi anche agli altri locali, ma che, in qualche modo, la situazione possa riprendere un corretto equilibrio – prosegue – . Se devo guardare il tutto con lungimiranza, posso dire che la mia paura più grande è che le generazioni a venire non abbiano la possibilità di raccogliere i frutti di anni di lavoro e sacrifici. Voglio tuttavia pensare che questo resterà solo un periodo nero per la storia della nostra economia “.
Probabilmente l’esperienza data da anni di lavoro fa si che, nonostante la prospettiva di chiusura in quel di Lignano sia cosa oramai certa, ci sia comunque la volontà di non abbattersi, di guardare avanti a testa alta, con la consapevolezza di chi è certo di aver dato tutto il possibile. Ci si augura che questo sia solo un ‘arrivederci’, e che magari, l’anno prossimo, quelle saracinesche verranno di nuovo rialzate.