La soluzione al “nodo” dei tamponi per i transfrontalieri Fvg.
Le nuove regole per l’ingresso in Italia impongono di effettuare un test molecolare con tampone entro 48 ore prima dell’ingresso nel nostro Paese, con una durata che scende a 24 ore per l’antigenico rapido. E ciò vale anche per i vaccinati. Lo sancisce un’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza.
Nato con l’obiettivo di fronteggiare la temuta variante Omicron, il provvedimento rischiava però di creare problemi ai transfrontalieri da e per il Fvg. Ma lo scoglio è stato superato e a fare chiarezza ci ha pensato oggi la deputata del Pd, ed ex presidente regionale, Debora Serracchiani.
“Le deroghe previste per i transfrontalieri continuano a restare in vigore anche dopo l’emanazione della nuova ordinanza del ministro Speranza: l’esenzione dall’obbligo del tampone Covid continua ad applicarsi a chi si reca all’estero, entro 60 chilometri dal luogo di residenza, domicilio, abitazione, e torna in Italia entro un tempo limitato e determinato, e lo stesso vale reciprocamente anche per chi arriva in territorio nazionale per poi tornare al domicilio all’estero“. Serracchiani si è interfacciata direttamente con il Ministero della Salute in merito all’interpretazione dell’ordinanza.
“Le misure precauzionali decise per evitare al massimo l’ingresso nel nostro Paese della variante Omicron – spiega la parlamentare – vanno applicate, ma senza che vadano a incidere oltre misura sulla vita quotidiana delle imprese e delle popolazioni che vivono e operano nelle aree di confine“.
Una decisione accolta con favore anche da Tatjana Rojc, senatrice del Partito Democratico: “Positiva la conferma delle esenzioni per i transfrontalieri già disposte in una precedente ordinanza del ministro Speranza. Giusta un’accresciuta cautela e monitoraggi supplementari per contrastare e contenere il diffondersi del Covid-19 e delle sue varianti, anche nei confronti delle persone in entrata dai Paesi Ue. Ragionevole adottare misure che tengono conto della specificità dei territori di confine, che sono spesso comunità integrate, come nel caso eclatante di Gorizia e Nova Gorica“.
I non pochi transfrontalieri del Fvg possono così tirare un sospiro di sollievo.