Tra case e ospedali di comunità, il nuovo volto della sanità Fvg.
Case di comunità, Ospedale di comunità, Centrale operativa territoriale (Cot). Sono queste alcune delle principali novità inserite nel modello organizzativo di assistenza del sistema sanitario regionale derivanti da quanto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
La riforma, come annunciato dal vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, saranno approvate dalla giunta regionale nella prossima seduta e il documento rappresenterà l’atto di indirizzo sulla base del quale le aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia dovranno poi definire i rispettivi atti aziendali.
Le Case di comunità.
Le Case di Comunità saranno la sede dell’integrazione sociosanitaria, al cui interno opererà un team multidisciplinare composto da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, assistenti sociali e altri professionisti della salute. Queste strutture saranno di tipo “hub” e “spoke”; delle prime, in totale 21, 6 saranno afferenti al territorio di Asugi, 9 per l’area di Asufc e infine 6 per Asfo. Trentuno saranno invece le case di comunità spoke in tutto il territorio, di cui 5 nell’area di Asugi, 16 in quelle di Asufc (di cui due stagionali) e 10 in quelle di Asfo (di cui una stagionale).
L’Ospedale di comunità.
Per quanto riguarda invece l’Ospedale di comunità, questa sarà una struttura intermedia tra l’ospedale vero e proprio e la Casa di comunità. Avrà un numero limitato di posti letto (dai 15 ai 20 ciascuna) e sarà gestita da personale infermieristico; l’assistenza medica è assicurata dai medici di medicina generale, dai pediatri di libera scelta o da altri medici dipendenti o convenzionati con il Sistema sanitario nazionale. I posti letto complessivi negli ospedali di comunità saranno 482, di cui 148 in area di Asugi, 210 in quello di Asufc e 124 in quello di Asfo. Tutte queste strutture opereranno in rete con gli ospedali e gli altri Enti presenti sul territorio consentendo la presa in carico integrata della persona che viene posta al centro del sistema.
La Centrale operativa territoriale.
È prevista poi la Centrale operativa territoriale, che garantisce la presa in carico e risposta alle esigenze assistenziali con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza. Il piano prevede una struttura ogni 100mila abitanti: pertanto le Cot saranno complessivamente 12, di cui 4 in Asugi, 5 in Asufc e 3 in Asfo. Entro il mese di dicembre verranno formalizzate le sedi delle Case di comunità hub&spoke, degli ospedali di comunità e delle Centrali operative territoriali.
Gli hub ospedalieri.
Per quanto riguarda infine i tre hub ospedalieri, la delibera da un lato conferma tutte le funzioni già previste ad oggi e, dall’altro, ne prevede altre di nuove. Verranno infatti attivati il Centro di riferimento regionale di Chirurgia della mano in Asfo e il programma trapianto metropolitano, coordinato da Asufc, a cui parteciperanno i due Irccs e Asugi. Ci sarà poi la rete “Trauma”, coordinata da Asufc ed infine il Centro coordinamento delle malattie rare presso l’Ircss Burlo Garofolo. Per ogni presidio ospedaliero, il documento indica nel dettaglio con una scheda le funzioni già presenti e quelle da attivare, definendo la relativa tipologia di posti letto.