L’ipotesi di riapertura dei locali in Fvg.
Dopo i mal di pancia e la rabbia, il governo ha fatto (parziale) marcia indietro. E dal 20 aprile, bar e ristoranti potrebbero riaprire, se la situazione contagi sarà sostenibile, ma con dei paletti ben precisi e solo per pranzo. Ci spera anche il Friuli Venezia Giulia, per un assaggio di normalità che molti si aspettano.
Da lunedì si allentano le restrizioni, il Fvg ritorna in zona arancione.
Le regole ipotizzate vedrebbero una chiusura dei locali entro le 15, al massimo le 16, per evitare “tentazioni” quando si va verso l’ora dell’aperitivo. Una soluzione che, però, non convince Antonio Dalla Mora, presidente provinciale di Fipe Confcommercio Udine, che segue i pubblici esercizi. “Il legislatore non ha capito che le attività non sono tutte uguali – attacca -. Se, per un bar, l’ipotesi è minimamente sostenibile, perché il lavoro è tutto sommato più fluido nell’arco della giornata, per i ristoranti non lo è di certo. Si lavora per i pranzi dalle 12 alle 14.30 e per cena dalle 18 fino alle 22.30-23. Chiudere nel primo pomeriggio non risolve nulla”.
Boom di prenotazioni per i 60enni, ma quasi un anziano su 2 in Fvg non è vaccinato.
Per Dalla Mora, è necessario anche eliminare il coprifuoco, che lui definisce “inutile e che non porta giovamento”, alla pari del sistema a zone di rischio. Il risultato, a detta del presidente Fipe, è soltanto di aver ridotto molte aziende alla fame, senza vantaggi sotto il profilo dei contagi. Il 13 aprile, anche lui sarà a Roma all’assemblea nazionale di Fipe Confcommercio, in qualità non soltanto di referente provinciale di Udine, ma anche come componente del direttivo nazionale. Ben chiara l’istanza da presentare: “Chiederemo una data certa per la riapertura, attendiamo risposte da troppo tempo. Ora basta” taglia corto Dalla Mora.
Intanto, con il ritorno del Fvg in zona arancione la prossima settimana, bar e ristoranti potranno giovare forse di un maggior “giro”, ma questo “non è sufficiente, né tollerabile. Abbiamo capito tutti che l’andamento della pandemia non è legato ai pubblici esercizi – conclude Dalla Mora – e ora, con un gesto di responsabilità, la politica nazionale deve fare uno scatto avanti. Ne abbiamo bisogno, è ora di mettere fine a questa situazione”. Non soltanto gli operatori, ma anche i clienti, hanno voglia di normalità e la riapertura dei locali rappresenta un passo non di poco conto.