Riaperto dopo il restauro il castelletto di Miramare.
Un castello in miniatura, con un suo carattere particolare, al tempo semplice e prezioso. E’ stato viene restituito alla collettività e ai tanti appassionati visitatori di Miramare l’edificio più antico del Parco, che ospitò Massimiliano d’Asburgo e la sua consorte Carlotta del Belgio in attesa che fosse completato il Castello, dopo un restauro minuzioso e condotto nel pieno rispetto della storia, degli stilemi costruttivi e delle caratteristiche originarie.
In scala ridotta, il Castelletto di Miramare ha lo stesso stile della dimora nobiliare. La memoria recente ricorda l’edificio nella sua veste di colore giallo ocra ergersi nel Parco di Miramare dominante in un punto panoramico a picco sulla baia di Grignano.
“Il Castelletto è stato trattato nel corso di questo lungo e accurato restauro come un unico pezzo da collezione – ha detto nel giorno dell’inaugurazione il direttore del Museo storico Andreina
Contessa -, di cui si voleva preservare l’atmosfera elegante, semplice e intima, propria degli
appartamenti privati dei giovani arciduchi che l’hanno abitato per brevi anni”.
Progettato da Carl Junker nel 1856, il Castelletto, chiamato anche Klein Schloss o Gartenhaus, fu ultimato in circa un anno e utilizzato da Massimiliano e Carlotta saltuariamente fino al 1860, in attesa che fosse completata la costruzione del Castello. Negli anni successivi fu destinato a
dépendance per gli ospiti: vi soggiornarono, tra gli altri, la madre e i fratelli minori di Massimiliano. Tra il 1866 e il 1867 Carlotta, rientrata dal Messico, visse qui per alcuni mesi, finché rientrò in Belgio presso la famiglia.
L’edificio si sviluppa su due piani. La pianta irregolare e i quattro prospetti diversi tra loro,
unitamente alla presenza di bow-window e terrazze e allo slancio della caratteristica torretta,
generano un gioco di volumi particolarmente movimentato; il linguaggio architettonico è il gotico quadrato che caratterizza anche il Castello, di cui il Castelletto doveva rappresentare una sorta di versione in miniatura. Come nell’edificio principale, che però è realizzato in pietra, il colore delle facciate era chiaro, come attestato dalle foto d’epoca e dai saggi stratigrafici effettuati nell’intonaco; tale cromia è stata ripristinata con il restauro, mentre in precedenza le facciate apparivano di un colore ocra intenso che ricopriva anche parte degli elementi in pietra.
Era chiuso dal 2016. L’intervento di restauro è stato avviato nel 2021 con un duplice obiettivo: da un lato recuperare la leggibilità dei caratteri originari dell’edificio, dall’altro garantirne la conservazione, la valorizzazione e il ritorno alla pubblica fruizione, anche prevedendo diversi possibili futuri utilizzi. A questo proposito, mentre il primo piano, dato il suo pregio artistico, avrà una destinazione museale, il piano terra ospiterà un bookshop con prodotti di
alta gamma e sarà adibito ad accoglienza dei visitatori vista anche la prossima realizzazione
dell’ascensore panoramico in salita da Grignano.