La giornata in Fvg diviso tra zona gialla e arancione.
Diglielo ai triestini che i privilegiati sono stati loro. Diglielo che mentre Udine e Gorizia sperimentavano l’anticipo della zona arancione, sulle rive e a Barcola si poteva brindare alla primavera. Diglielo con quella sana punta d’invidia di chi non può beneficiare della stessa libertà. In un Friuli Venezia Giulia bicolore oggi si è sentito davvero il peso delle due misure. Mentre a Trieste in tanti facevano la coda per il pranzo o l’aperitivo, in Friuli o nel Goriziano si è addirittura dovuto rinunciare al rito dell’espresso, se non ci si voleva accontentare del surrogato linguistico servito nel bicchierino di cartone.
Il Friuli ha accolto la zona arancione, questa mattina, con una strana rassegnazione, sconfinata nella disinvoltura. Il traffico di Udine sembrava quello di una giornata normale, con tanto di rallentamenti e strombazzanti vari ai semafori di via Cividale e viale Trieste. Forse è stato il centro a parlare più di tutti. Passivamente chiusi molti locali, anche quelli che avevano già sperimentato l’asporto, a cui hanno fatto compagnia altrettanti negozi, forse non intravedendo un sabato profittevole per gli affari. Per strada si vedeva qualche ragazzino con la cartella in spalla, che forse pregustava il ritorno alla Dad.
Gorizia ha provato, invece, a reagire alla mestizia del colore arancione. Complice la bella giornata, in tanti si sono recati in centro per una passeggiata e qualcuno si è pure arreso alla moda della colazione in mano. Una musica non condivisa dal resto della provincia, dove la chiusura dei bar ha funzionato da sordina alla vita dei centri storici.
Ma è bastato varcare l’ex confine politico dopo Monfalcone per accorgersi che c’era tutto un altro clima. Fuori dai tavolini dei bar si prendeva il sole e si sorseggiavano calici. E nelle vie si passeggiava con disinvoltura. Ma sono pur sempre anche qui, nella provincia di Trieste, le ultime ore di apparente normalità.