Il reddito di cittadinanza in Fvg.
Per qualcuno è uno strumento di inclusione sociale e di rilancio individuale. Per i detrattori, invece, un incentivo a “stare sul divano” grazie al mantenimento dello Stato. È il reddito di cittadinanza, uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle e anche una delle misure delle quali i grillini vanno più fieri.
Introdotto nell’aprile 2019 in Italia, sta per vivere la sua nuova fase. E in Friuli Venezia Giulia, quanti sono coloro che beneficiano del provvedimento? Le famiglie che ricevono ogni mese il reddito di cittadinanza in regione sono più di 10.000 “e a queste – precisa Cristian Sergo, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle – dobbiamo aggiungere i 2.112 percettori della pensione di cittadinanza e le 2.800 famiglie che quest’estate han ottenuto il reddito di emergenza previsto per la crisi Covid-19”. La platea totale è di oltre 29.000 cittadini raggiunti da queste tre misure. “Un numero importante e ricordiamo – puntualizza il pentastellato – che secondo i dati nazionali oltre l’85% dei percettori è di cittadinanza italiana. Sono 61 i milioni di euro garantiti all’anno dallo Stato e non più dalla Regione per contrastare la povertà. La misura di inclusione della Giunta Serracchiani stanziava 30 milioni. Su questo ritengo che il governatore Massimiliano Fedriga, che vorrebbe superare la misura, dovrebbe riflettere meglio”.
Molti, però, obiettano che il reddito di cittadinanza sia poco efficace nel trovare lavoro ai percettori. Sergo snocciola i numeri per il Fvg: “I navigator hanno contattato più di 7.000 persone ritenute idonee a svolgere un’attività lavorativa – dice il consigliere -. Di queste risultano 782 gli utenti che hanno firmato un contratto di lavoro dopo la stesura del patto previsto dal reddito di cittadinanza, che sono 2.800″. In pratica, 1 su 4 ce la fa. I navigator attualmente impiegati sono 31: 5 nei centri per l’impiego del territorio giuliano, altrettanti in territorio isontino, 9 tra Udine e la Bassa Friulana, 5 tra il Medio e l’Alto Friuli e infine 7 nel pordenonese. A questi va aggiunto il personale che è stato assunto grazie ai fondi statali per ampliare il personale dei centri per l’impiego.
Su queste figure, però, aleggia sempre dello scetticismo. “A giudicare dai numeri appena riportati penso che anche l’assessore Alessia Rosolen possa ritenersi soddisfatta dell’integrazione di queste persone con i dipendenti dei centri per l’impiego regionale – aggiunge Sergo -. Percentuali del genere sono assolutamente impensabili in altre parti d’Italia e non dimentichiamoci il periodo emergenziale in cui da 6 mesi anche queste persone stanno operando. Si tratta di persone con una o più lauree, la cui età media è di 35 anni. Quasi tre quarti sono donne”.
In merito alle novità per la seconda fase, è presto per dirsi quali saranno ma “auspichiamo da molti mesi l’avvio dei progetti utili alla collettività che i nostri Comuni dovrebbero attivare per far sì che le decine di migliaia di persone che percepiscono il reddito di cittadinanza possano rendersi utili nelle comunità in cui abitano. In Friuli Venezia Giulia abbiamo più di 200 comuni e solamente quattro di loro – Pordenone, Lignano Sabbiadoro, Cordenons e Cordovado -, li hanno attivati. Si tratta – incalza il pentastellato – di un ritardo inaccettabile“.
Il Movimento 5 Stelle ritiene ancora il reddito di cittadinanza uno strumento utile a trovare lavoro? E in che cosa si potrebbe migliorare? “Il lavoro non si crea con una legge e il reddito di cittadinanza è uno strumento per uscire da un momento di buio che può capitare a tutti. Le condizioni per trovare un posto di lavoro – conclude Sergo – dipendono da molti fattori: l’incrocio della domanda e dell’offerta nel mercato del lavoro è una di queste. La legge approvata in questi giorni dal consiglio regionale all’unanimità vuole essere un segnale in tal senso. Noi vogliamo che i Centri per l’impiego regionali siano un utile strumento per i cittadini e per questo vanno sostenuti”.