Requisiti e accortezze nel raccogliere legna
In un momento storico in cui i costi del riscaldamento e del pellet sono da capogiro, non rimane altra soluzione che guardare a quello che la natura può offrire. Forse un ritorno al passato, che per alcuni è stata una pratica mai abbandonata, specie nelle zone montane. Si torna a raccogliere la legna. Anche perché, esteticamente parlando, il camino non ha mai perso il suo fascino.
Ma se da una parte c’è chi dispone di grandi boschi, nei quali lavorare i propri tronchi, dall’altra c’è anche chi non ha questa possibilità. La soluzione, sembra quindi di prendere la legna lì dove abbonda. Attenzione però, perché raccogliere autonomamente la legna può rivelarsi un’attività tutt’altro che innocua.
Va anzitutto osservato il luogo in cui si effettua il sopralluogo, perché la denuncia nella quale si incorre è proprio “furto di legna”, per la quale il codice penale prevede una multa e una condanna che può anche portare alla reclusione. Attenzione anche allo scenario e al panorama dal quale si vuole sottrarre la legna: in questo caso il reato in cui si incorre è quello di deturpazione di bellezze naturali (tutelate dalla legge). Se poi l’uso della legna raccolta non è privata, ma vi è una rivendita, ecco che il passo verso il reato di ricettazione è molto breve.
Se ci si pensa bene infatti un taglio della legna non autorizzato può essere deleterio per l’ambiente e portare a lungo andare a gravi dissesti idrogeologici. A questo si aggiunge una lunga lista dei cosiddetti “alberi monumentali” tutelati dallo Stato.
Quello che in generale bisogna considerare è che eventuali sanzioni non sono commisurate alla quantità di legna prelevata o all’eventuale guadagno su essa del singolo cittadino, ma il metro di misura è l’impatto ambientale.
Una soluzione che il cittadino può considerare, senza burocrazia e lontana dalle sanzioni penali, è la raccolta della legna negli alvei dei fiumi e nelle zone limitrofe. Se ci si limita alla raccolta della legna trasportata dalla corrente, allora è sufficiente assicurarsi che la zona in cui si vuol operare non sia proprietà privata. Se invece si vogliono tagliare alberi ancora in piedi sarà necessario solo il via libera del Corpo Forestale Regionale. Se questo non dovesse arrivare entro una settimana dalla domanda allora sarà valido il silenzio assenso dopo appunto sette giorni.
Questa pratica è vantaggiosa guardando entrambe le facce della medaglia: il cittadino infatti ha la possibilità di ottenere della legna gratuitamente, seppur non di ottima qualità, mentre gli organi comunali otterranno una pulizia altrettanto gratuita del territorio.