Il 7,7% dei friulani ha rinunciato alle prestazioni sanitarie.
In controtendenza rispetto all’Italia, le famiglie friulane nel 2022 hanno speso di meno per le cure rispetto all’anno precedente; allo stesso tempo, però, quasi 8 su 100 hanno rinunciato alle prestazioni sanitarie, un dato superiore alla media italiana.
Il quadro emerge dall’analisi della Fondazione Gimbe sulla base dei dati Istat: nel 2022 la spesa sanitaria out-of-pocket, ovvero quella sostenuta direttamente dalle famiglie, ammonta a quasi 37 miliardi: in quell’anno oltre 25,2 milioni di famiglie italiane in media hanno speso per la salute 1.362 euro, oltre 64 euro in più rispetto al 2021.
Complessivamente, nel periodo 2012-2022 la spesa out-of-pocket è aumentata in media dell’1,6% annuo. “Un dato – spiega il Presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta – che documenta solo in parte l’impatto del progressivo indebolimento del SSN, perché non tiene conto di altri indicatori. Infatti, la limitazione delle spese per la salute, l’indisponibilità economica temporanea e, soprattutto, la rinuncia alle cure sono fenomeni che, pur non aumentando la spesa out-of-pocket, contribuiscono a peggiorare la salute delle persone“.
La spesa sanitaria a carico delle famiglie.
Secondo l’indagine ISTAT sui consumi delle famiglie, nel 2022 la media nazionale delle spese per la salute è pari a 1.362,24 euro a famiglia, in aumento rispetto ai 1.298,04 del 2021. “Ad eccezione del Nord-Ovest – spiega il Presidente – dove si registra una lieve riduzione, l’aumento delle spese per la salute nel 2022 riguarda tutte le macro-aree del Paese: in particolare al Centro e al Sud si registrano aumenti di oltre € 100 a famiglia”.
I dati regionali restituiscono, invece, un quadro molto eterogeneo. In dettaglio, dal 2021 al 2022 i maggiori incrementi si rilevano in Puglia con +26,1% (da 910,20 a 1.147,80 euro) e in Toscana con +19,3% (da 1.178,40 a 1.405,92 euro). Altre Regioni, invece, hanno registrato una diminuzione dal 2021 al 2022: la Valle d’Aosta del 24,3% (da 1.834,08 a 1.387,56 euro) e la Calabria che segna un -15,3% (da 1.060,92 a 899,04 euro). Tra queste c’è a anche il Friuli Venezia Giulia che segna un – 3%, passando da 1.392 a 1.351 euro.
La rinuncia alle prestazioni sanitarie.
Stando ai dati Istat sul cambiamento delle abitudini di spesa, nel 2022 il 16,7% delle famiglie dichiara di aver limitato le spese per visite mediche e accertamenti preventivi. Una percentuale che nel Nord Est scende al 10,6%.
In compenso, la percentuale di persone che rinunciano a prestazioni sanitarie nel 2022 si è attestata al 7% a livello nazionale, percentuale comunque maggiore a quella pre-pandemica del 2019 (6,3%). Si tratta di oltre 4,13 milioni di persone che, secondo la definizione ISTAT, spiega Cartabellotta “dichiarano di aver rinunciato nell’ultimo anno a visite specialistiche o esami diagnostici pur avendone bisogno, per uno o più motivi: problemi economici (impossibilità di pagare, costo eccessivo), difficoltà di accesso (struttura lontana, mancanza di trasporti, orari scomodi), lunghi tempi di attesa“. Nella nostra regione, però, quella media sale di quasi un punto percentuale: il 7.7% delle famiglie friulane, infatti, dichiara di aver rinunciato alle prestazioni sanitarie, contro il 7% in Italia. E’ il quarto dato peggiore nel Paese.