Il bilancio e le cause degli incidenti sull’autostrada A4 in Fvg.
Meno incidenti sull’autostrada A4, ma cresce il numero dei morti legati ai sinistri. È quanto emerge dai dati della concessionaria Autovie Venete, che mettono in paragone i primi 9 mesi del 2021 con quelli del 2019 (lo scorso anno i riscontri sono giocoforza falsati dall’esplosione della pandemia da Covid e dal lockdown).
I numeri parlano di 32 milioni di transiti da gennaio a settembre 2021 – nel 2019 furono 35 milioni e 830 mila -, con un totale di 260 incidenti (contro 355). Si registra, però, un incremento di quelli mortali, con 14 persone decedute contro 8 (+6). Praticamente invariate le chiusure causate dai sinistri, che sono 18 nei primi 9 mesi di quest’anno contro i 19 di due anni fa. Riassumendo, meno incidenti, ma più gravi.
A che cosa è dovuto questo trend? La chiave di lettura è offerta da Gianluca Romiti, vicequestore della Polizia stradale e dal 2016 comandante del Coa, il Centro operativo autostradale. “Il vero problema è quello della distrazione – analizza -. Nonostante la A4 sia un’autostrada sicura e con adeguate fonti di informazione per chi vi transita, l’assenza spesso di traccia di frenata e capacità di reazione ci fa intuire che il guidatore sia assorbito da qualcosa d’altro”.
Da che cosa?
“L’autostrada è come una città lineare, anche se è infrastruttura ormai conosciuta da tutti, anche dagli autotrasportatori dell’Est. E dobbiamo pensare che oggi il telefono è diventato il nostro ufficio mobile. Leggiamo mail, sbirciamo i social, andiamo sui siti… Indossare gli auricolari basta a evitare le contravvenzioni, ma spesso siamo talmente concentrati su altro che non sia la guida che non sappiamo nemmeno dove siamo. E così, succedono gli incidenti. La distrazione è un killer silenzioso”.
La Polizia stradale come si muoverà per evitare i comportamenti pericolosi?
“Arriveranno nuovi sistemi di avvistamento dall’alto dei comportamenti nella cabina del camion o dell’abitacolo che consentiranno di ricostruire le reali cause di un incidente. Il nostro impegno futuro è alzare l’asticella sulla sicurezza. Siamo già operativi nelle scuole, già a partire dalle primarie, come per esempio con la campagna del Progetto Icaro. Le campagne shock non servano a nulla, perché generano rimozione”.
Quali risultati sta dando il vostro impegno?
“Osserviamo che oggi sono i 50-60enni quelli che accumulano il maggior numero di sanzioni. I più giovani, invece, paiono più accorti e crediamo che la nostra sensibilizzazione abbia aiutato in tal senso. Certo, dobbiamo cambiare le strategie comunicative e legarle ai tempi attuali: l’importanza dei social oggi è basilare”.
Ma a livello infrastrutturale, che autostrada ci troviamo a percorrere?
“La A4 in Friuli Venezia Giulia è un’infrastruttura con standard di sicurezza molto alti: è ben costruita e adeguata sotto ogni profilo. Grazie all’edificazione della terza corsia, il traffico scorre ora più fluido. È chiaro che poi, quando si passa nei tratti a due corsie ci sia qualche difficoltà in più e magari si possa verificare qualche tamponamento. Ma l’autostrada è davvero sicura, in linea generale. Ci sono ottimi asfalti, arredi stradali adeguati, pannelli a messaggio variabile tra uno svincolo e l’altro e un corposo nucleo di ausiliari della viabilità che opera in modo professionale”.
Ed ecco quindi che, in presenza di un’autostrada di qualità, il consiglio basilare resta solo uno: tenere gli occhi e la “testa” concentrati.