La protesta dei lavoratori di Poste Italiane in Friuli Venezia Giulia.
Le condizioni dei lavoratori di Poste Italiane al centro delle proteste dei sindacati in Friuli Venezia Giulia. L’azienda occupa in Regione circa 2mila lavoratori , molti con contratto di lavoro part-time o precario con contratti a termine, molti servizi sono stati esternalizzati a cooperative o aziende in appalto. Il taglio sugli occupati in quest’azienda è stato di un terzo nell’ultimo decennio.
Preoccupanti le ricadute sociali di questa situazione, decine di migliaia di ore di straordinario ogni anno, per coprire le carenze di organico, turni fino a 12 ore continuative in alcuni casi. Forte anche il ricorso alle trasferte per coprire le carenze di organico. Una situazione al limite che ha visto i sindacati SLC CGIL, UILPOSTE, FAILP CISAL, FNC UGL COM e CONF.SAL COM compattarsi ed attivare lo stato di agitazione. Il 22 dicembre l’azienda incontrerà le delegazioni sindacali Regionali.
Al centro della protesta c’è in primis la grave carenza di personale nei Centri di Distribuzione e Lavorazione regionali. “Non è immaginabile che carenze di personale per malattia, infortunio, pensionamento, che arrivano, come da dati aziendali anche al 25% siano coperte con il solo straordinario oltre i limiti di legge, e che si pretenda che il personale neoassunto sia in grado di offrire la stessa produttività di lavoratori professionalizzati, con anni di esperienza”, spiegano le organizzazioni.
Ad aggravare il quadro, secondo i sindacati ci sarebbero anche i mezzi di produzione obsoleti e poco funzionali, veicoli non sufficientemente sicuri, gravi problemi nelle forniture di DPI e mancata formazione del personale.