Il via libera al Prosek della Croazia.
Dopo le prime reazioni di ieri, non appena appresa la notizia sulla decisione della Commissione europea nel dare il via libera al riconoscimento dell’indicazione geografica protetta del vino croato Prosek, a scagliarsi contro la decisione definita “un precedente pericoloso” è oggi anche Coldiretti del Friuli Venezia Giulia.
Il direttore regionale dell’associazione di categoria, Cesare Magalini, lo ha definito un “ennesimo tentativo di plagiare il successo del Prosecco nazionale dopo i tentativi smascherati dalla Coldiretti già in passato della vendita di falso prosecco alla spina a quello in lattina, ma anche con imitazioni diffuse in tutti i continenti: dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, dal Whitesecco al Crisecco”.
Un vero e proprio inganno, aggiunge il responsabile del settore vitivinicolo della Coldiretti Fvg Marco Malison. “Inaccettabile – denuncia – come si sia aperta una strada per togliere spazio di mercato al prodotto originale che lo scorso anno, in piena pandemia ha realizzato un valore delle esportazioni superiore al miliardo di euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat”. Coldiretti Fvg rilancia dunque l’appello del presidente nazionale Ettore Prandini. “È necessario fare presto per fermare una decisione scandalosa che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo. Tra l’altro, questo precedente pericoloso rischia di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare la denominazione Prosecco dai falsi come in Argentina e Australia”.
La voce della Regione.
E se ieri, a parlare di “atteggiamento schizofrenico” era stato l’assessore della Regione Veneto, Federico Caner, oggi arriva anche la voce del collega del Friuli Venezia Giulia.
“Insieme con il Veneto e il Consorzio Prosecco – ha commentato l’assessore alle Risorse agricole e forestali del Fvg, Stefano Zannieri – daremo tutto il supporto tecnico necessario al ministero delle Politiche agricole per costruire il fascicolo di opposizione contro la domanda di riconoscimento del Prosek da parte della Croazia”.
Nella stesura del dossier, Zannier ricorda che “non verrà tralasciata la vicenda Tokaji che, anzi, sarà usata come argomentazione al contrario in difesa del Prosecco. La vicenda ha infatti caratteristiche simili, posto che allora l’Unione europea privilegiò il valore della denominazione rispetto a quello della storicità del vitigno per ammettere il riconoscimento del Tokaji ungherese a scapito del Tocai friulano”. Per l’assessore la linea del “due pesi e due misure è inammissibile”.
Giovedì in sede di Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Friuli Venezia Giulia e Veneto chiederanno la sottoscrizione di un documento unitario a difesa delle denominazioni italiane dall’abuso di utilizzo di etichette “Italian sounding”.