Il controsenso sui profughi dell’Ucraina.
Scappano dalla guerra, varcano i confini del Friuli Venezia Giulia e potrebbero essere segnalati in Procura per il reato di clandestinità, in base alla legge vigente. Ad evidenziare la stortura del sistema giudiziario è il procuratore di Trieste, Antonio De Nicolo. Gli ucraini in fuga non sono europei e, quindi, potenzialmente sono tutti sottoposti al reato dell’articolo 10 bis della legge sui clandestini. Quindi, dovrebbero essere subito fermati dalle forze dell’ordine al confine e denunciati alla Procura. Proseguirebbe poi il loro viaggio con una denuncia a piede libero. “Una norma assurda – ha spiegato il procuratore -. Se dovessero arrivare migliaia di denunce di questo reato noi le archivieremmo, perché lo commettono in stato di necessità. Ma ciò non vuol dire che la macchina non debba porsi il problema di avviare questa massa di procedimenti”.
C’è il tanto che basta allora per accendere la discussione politica sul senso allora del reato di immigrazione clandestina. “Migliaia di ucraini infrangono ogni giorno questa legge con il risultato che, all’impegno profuso per accogliere degnamente un gran numero di profughi, si aggiunge per le forze dell’ordine quello di compilare migliaia e migliaia di inutili carte, da passare alle Procure, che già hanno gli organici ridotti all’osso – dice il consigliere regionale Walter Zalukar (Gruppo Misto) -. Quale sano di mente potrebbe mai sentirsi garantito da una norma che condanna uno straniero a pagare un’ammenda che mai pagherà? Si cancelli perciò questa legge e si studi seriamente una nuova norma, perché è pacifico che la sicurezza dei confini deve essere presidiata, ma in modo intelligente e umano”.