La primavera in Friuli.
Il 2021 non ha risparmiato bizzarrie dal lato climatico. Ne sono una testimonianza le ondate di caldo anomalo che hanno interessato il Friuli Venezia Giulia, per esempio a fine febbraio e poi a marzo. Sbalzi continui di temperature, che sono diventate piuttosto rigide in maggio quando, addirittura, è ricomparsa la neve.
E che sia stata una primavera “non convenzionale” lo dicono anche i dati. Sono quelli dell’Osmer Arpa Fvg, che traccia un bilancio nel periodo dal 1° marzo al 31 maggio. In questo lasso temporale, corrispondente alla primavera meteorologica, la temperatura media sulla pianura del Fvg si è attestata attorno agli 11.3°. Era dal 1987 che non si registrava un valore termico più basso.
Sembra una primavera d’altri tempi, quella appena trascorsa. Già, perché nel trentennio 1961-1990 la temperatura media era di 12.1°, e valori come quelli misurati nel 2021 erano piuttosto frequenti. Dal 1991 al 2020, invece, sulla pianura friulana la media era di 13°: quest’anno, dunque, la colonnina di mercurio si è abbassata di 1.7° rispetto alla norma dell’ultimo trentennio.
I problemi per l’agricoltura.
Le temperature più basse hanno avuto ripercussioni anche sul mondo agricolo. Lo conferma Cesare Magalini, neo direttore di Coldiretti Fvg: “Il freddo ha mandato in difficoltà le colture frutticole come pero e pesco, dove si sono registrati danni dal 30 al 60% – spiega -. La situazione ha toccato le province di Udine e Pordenone, in particolare aree come Latisana e dintorni dove ci sono colture specializzate. Dove si è potuto, si sono difesi i frutteti con l’irrigazione anti brina”. Minori problemi, invece, per i seminativi, anche se le piogge persistenti hanno ritardi, mentre le gelate si sono riverberate sulle orticole.
Secondo il direttore “non ci saranno significativi rincari di prezzi di pere e pesche” in Fvg, mentre la grande scommessa sarà “la gestione dell’acqua. Credo comunque – conclude Magalini – che d’estate non ci saranno problemi, le scorte idriche in montagna sono abbondanti”.