I numeri della pandemia da Covid che preoccupano in Fvg.
Sono numeri che preoccupano, quelli del Friuli Venezia Giulia alle prese con la seconda ondata della pandemia di Covid-19. A fare il punto sulle cifre è stato il vicegovernatore Fvg con delega alla Salute, Riccardo Riccardi.
Il primo riscontro che emerge dal monitoraggio è quello legato all’occupazione dei posti letto delle terapie intensive. Se nella prima ondata il picco si è verificato nel mese di aprile, con 61 posti letto riempiti, con oggi il Fvg sale a 54, sopra la “soglia critica” del 30% fissata dalla cabina di regia per il monitoraggio Covid.
Crescono in modo importante anche i posti letto occupati in area medica, saliti oltre il valore “d’allarme”: oggi sono 505, appena due giorni fa si erano fermati a 470. Pure in questo caso, siamo oltre il 40% del totale fissato come soglia limite. Nel corso della prima ondata, il numero massimo era stato di 236 il 29 marzo. Ed ecco che gestire anche questa progressione diventa difficoltoso. Schizza sempre più in alto, come ha evidenziato Riccardi, anche la curva degli isolamenti, che oggi in media sono di 2.100 a settimana e hanno sforato quota 10.000. Durante l’ondata della scorsa primavera il picco era stato di 2.500.
“Negli ultimi 30 giorni – ha evidenziato inoltre l’assessore alla Salute – abbiamo effettuato 5.370 tamponi quotidiani. I colpiti nel mese di novembre hanno un’età media di 52 anni. Le aree più interessate dalla seconda ondata sono le province di Udine, soprattutto, e Gorizia, meno a Pordenone, va molto meglio a Trieste rispetto alla prima ondata. Possiamo dire che il quadro dei contagi si sia capovolto in questa seconda fase”.
Al 18 novembre in Fvg si registravano 20.725 casi positivi (51,7% donne). Le persone testate sono state 257.516, mentre le guarigioni ammontano a 9.228 e i decessi a 567, con età media 85 anni. Il 50,2% riguarda donne. Per quel che riguarda il tasso della cosiddetta letalità grezza in regione è del 2,7% a fronte di un dato nazionale del 3,7%.
Un riscontro positivo è quello legato alle residenze per anziani, dove – ha spiegato Riccardi – la percentuale di decessi tra gli ospiti è passata dal 22,5% della prima ondata all’8,2 % dell’attuale fase. Per quel che riguarda gli operatori impiegati in queste strutture, invece, la percentuale dei positivi è passata dal 4,1% della prima ondata al 6,5% di adesso. Un dato, come ha spiegato il vicegovernatore, che riflette la circolazione del virus all’esterno dove gli operatori hanno contratto l’infezione. Stesso discorso per il personale del Sistema sanitario regionale che nella prima ondata registrò 276 casi di positività (2%) mentre in questa fase ha colpito 815 lavoratori (6%).