La crescita del Pil del Friuli sarà inferiore alle prime stime.
Stime di crescita in ribasso rispetto alle aspettative: il Pil del Friuli Venezia Giulia, secondo le analisi dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati Prometeia aggiornati a ottobre 2024, è previsto aumentare in volume del più 0,7% nel 2024 (rispetto allo 0,9% stimato lo scorso luglio) e del più 0,6% nel 2025 (0,8% la stima di tre mesi fa).
La leggera revisione al ribasso rispetto a tre mesi fa è imputabile all’andamento dei consumi e del comparto manifatturiero, che risultano inferiori alle attese. Si tratta, comunque, di un ritmo di crescita annuo del Pil più alto di quello registrato dalla nostra regione, in media, nei due decenni pre-pandemia. Complessivamente, alla fine del prossimo anno, il Pil regionale potrebbe dunque segnare una variazione del +5,2% rispetto al 2019.
Consumi e investimenti.
La domanda interna, rappresentata dai consumi delle famiglie, crescerà a un ritmo inferiore rispetto al PIL, con un aumento previsto dello 0,4% nel 2024 e dello 0,7% nel 2025, sostenuta da un mercato del lavoro stabile e da retribuzioni in crescita. Tuttavia, l’aumento della propensione al risparmio frena ulteriori espansioni. Anche il comparto industriale e i prestiti, sostenuti dal recente taglio dei tassi da parte della BCE, contribuiranno alla crescita economica.
Gli investimenti privati, cresciuti del 25,5% nel periodo 2019-2023, rallenteranno nel 2024 con un tasso del 2,3% e subiranno una contrazione dell’1,9% nel 2025. A pesare sono la riduzione degli incentivi per le costruzioni residenziali e un settore edilizio che, pur registrando una crescita del 7% quest’anno, vedrà un calo significativo (-7,8%) nel 2025.
Export.
Le esportazioni di beni in volume, dopo il crollo dello scorso anno imputabile prevalentemente alla cantieristica caratterizzata da una forte variabilità nel tempo, oltre che dall’andamento deludente della domanda tedesca (Pil Germania -0,3%) e del commercio mondiale (-1,1%), riprenderebbero un percorso espansivo nel 2024, +2,8%, e nel 2025, +3,5%, superiore a quello del commercio internazionale (+1,6% nel 2024, +2,8% nel 2025), a dimostrazione della dinamicità delle imprese regionali sui mercati esteri, favorita da una presenza molto diversificata per Paese e per tipologie di prodotti.
Dal lato dell’offerta, il valore aggiunto dell’industria è previsto portarsi nel 2024 sui valori leggermente inferiori a quelli dello scorso anno (-1,3%) mentre nel 2025 registrerà una variazione positiva (+0,4%), grazie anche all’accelerazione dell’export. Si stima ancora una crescita del comparto delle costruzioni nel 2024 e un deciso calo il prossimo anno(+7,0 % nel 2024, -7,8% nel 2025), mentre si prevede prosegua il trend positivo in quello dei servizi (+1,0% nel 2024 e +1,4% nel 2025).
Occupazione e inflazione.
Sul fronte occupazionale, il mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia rimane solido: si prevede una crescita dell’occupazione dell’1% nel 2024 e dello 0,4% nel 2025. Il tasso di occupazione per la fascia 15-64 anni dovrebbe salire al 70,4% nel 2025, con un tasso di disoccupazione stimato al 4,4%, ben al di sotto dei livelli pre-pandemia. Tuttavia, l’incremento dell’occupazione richiede un maggiore coinvolgimento di donne e giovani e il rafforzamento del contributo dei lavoratori stranieri. Il tasso di disoccupazione è previsto attestarsi al 4,4% nel 2024 (era al 6,2% nel 2019).
L’inflazione al consumo, pari al 5,5% nella media del 2023 in FVG (8,2% nel 2022), diminuirebbe in maniera netta quest’anno, in linea con il valore registrato nei primi nove mesi, 1%, per poi probabilmente risalire nel biennio 2025-26 ma rimanendo al di sotto della soglia BCE del 2%. Al deciso ridimensionamento rispetto allo scorso anno contribuirebbe la riduzione dei prezzi dell’energia e dei prodotti intermedi, oltre alla risoluzione di problemi nelle catene di approvvigionamento globali che hanno portato ad una maggiore disponibilità di beni e servizi, stabilizzando i prezzi. Gli effetti dell’accelerazione delle retribuzioni verrebbero compensati da una riduzione dei margini di profitto e dal recupero della produttività.
Michele Nencioni, direttore generale di Confindustria Udine, sottolinea le incertezze che gravano sulle proiezioni. “I conflitti in Ucraina e Medio Oriente, insieme alle fragilità delle economie tedesca e cinese, rappresentano rischi che potrebbero frenare le esportazioni e minare la fiducia di famiglie e imprese. La Germania, principale partner commerciale della regione, stima un calo del PIL dello 0,2% nel 2024, mentre gli Stati Uniti hanno superato la Cina come primo partner commerciale tedesco, aumentando la concorrenza internazionale, specialmente nel settore tecnologico. Il futuro del Friuli Venezia Giulia richiede una visione incentrata sulla crescita, il lavoro e la produttività, allineandosi alla strategia dell’UE per la trasformazione industriale digitale e sostenibile, verso un’economia a basse emissioni di carbonio”.