Gli investimenti annunciati da Rete ferroviaria italiana per il Friuli Venezia Giulia.
Velocizzare la linea Trieste-Venezia, sciogliere il nodo ferroviario di Udine, sostituire numerosi passaggi a livello, investire sul potenziamento infrastrutturale del Porto di Trieste. I temi al centro dell’audizione dei vertici di Rete ferroviaria italiana (Rfi) erano tali e tanti che alla fine di quattro ore di discussione sono rimaste più domande che risposte. E la presidente della IV Commissione, Mara Piccin (Forza Italia), non ha potuto che prenderne atto, aggiornando i lavori a una successiva seduta che dovrebbe avere luogo entro la prima metà di febbraio.
Sollecitato da Giuseppe Nicoli, il capogruppo forzista primo firmatario della richiesta di audizione, e dall’assessore alle Infrastrutture Graziano Pizzimenti che ha parlato di “fase cruciale per modernizzare il sistema”, il responsabile commerciale di Rfi per il Nordest, Carlo De Giuseppe, ha assicurato che “il Friuli Venezia Giulia gode di una buona situazione infrastrutturale, con l’82 per cento delle linee già elettrificate”, prima di dare la parola al suo team di ingegneri per l’illustrazione di una serie di slide.
Gli investimenti.
Dalle relazioni è emerso che molti investimenti sono in dirittura d’arrivo, in particolare quelli relativi al potenziamento tecnologico della Venezia Trieste, ad alcune opere sostitutive dei passaggi a livello, alla creazione di uno scalo a sud di Udine per i treni merci, agli interventi nell’ambito del Porto di Trieste. Saranno necessari invece iter più lunghi per raggiungere l’obiettivo di far viaggiare i treni a 200 km/h e riuscire a collegare Trieste e Venezia in poco più di un’ora, circa 30 minuti in meno di oggi, così come per la variante Ronchi-Aurisina che ha – è stato ricordato – la velocità media più bassa della tratta Ts-Ve. Un altro dei grandi obiettivi è allontanare dalla stazione di Udine centrale il traffico dei treni merci. Si è parlato anche di mitigazione acustica e cantieri notturni per la manutenzione della rete, di stazioni da potenziare e rinnovare nel prossimo futuro (Udine, Latisana-Lignano, Trieste Airport e fermate della linea Sacile-Gemona) e della puntualità dei treni in regione, con il momento più critico vissuto ad agosto 2021.
Molti gli interventi e le richieste di chiarimento dei consiglieri di fronte a questa massa di informazioni e numeri. La presidente della IV Commissione ha chiesto di approfondire la tempistica dell’eliminazione dei passaggi a livello a Sacile e un focus sulla carenza di servizi nella stazione di Pordenone, mentre Maddalena Spagnolo (Lega) ha espresso soddisfazione per l’interlocuzione avviata da Rfi con il Comune di Latisana, a proposito dell’ipotizzata variante ferroviaria. Mauro Di Bert, capogruppo di Progetto Fvg/Ar, si è soffermato invece sul nuovo tracciato Cargnacco-Lumignacco, a sud di Udine, che sarebbe stato elaborato “senza confronto con il territorio. Al punto che in base al progetto alcune famiglie verrebbero
“murate” in casa, ed è una situazione inconcepibile: Rfi trovi soluzioni concrete per queste persone, che hanno diritto ad avere una loro abitazione”.
Decisamente critico l’intervento di Cristian Sergo, capogruppo del Movimento Cinque Stelle. Che a proposito della Trieste-Venezia ha parlato di “documenti secretati: e se non sappiamo quanto costano le opere, come facciamo a valutarle? Spero che Rfi ce lo dica”. A Sergo non quadra la previsione di Rfi di risparmiare 30 minuti sui tempi di percorrenza delle
Frecce da Trieste a Venezia: “Se si vanno a leggere le carte si scopre che forse sono 7 minuti e 44 secondi, e quei minuti risparmiati non prevedono soste”. Sulla variante di Latisana, ha detto ancora il consigliere di opposizione, “dovevate darci alternative possibili, e non bloccarla soltanto, se è vero che ci sono problemi idraulici doveva essere un’opera prioritaria. E sulla Ronchi-Aurisina, prima di fare costosi progetti ci si dica perché dobbiamo intervenire. Non capisco poi – ha concluso Sergo – perché sia sparita dai radar la Udine-Cervignano”.
Le perplessità.
Con un doppio intervento, Nicoli si è anch’egli soffermato sulla variante Ronchi-Aurisina, sottolineando “la perplessità riscontrata sul territorio rispetto all’intervento in un ambiente delicato com’è il Carso. Si possono – ha auspicato – trovare soluzioni alternative”. Il capogruppo di Forza Italia ha sollecitato una accelerazione anche sulla mitigazione acustica e un dialogo con gli enti locali a proposito dei cantieri notturni. Sta molto a cuore a Nicoli il futuro di Trieste Airport, “per ora solo una fermata e non ancora una stazione intermodale: da lì dovrebbero partire le opere di velocizzazione della Trieste-Venezia, viste le difficoltà a intervenire sul Carso”.
Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) e Mariagrazia Santoro (Pd) si sono soffermati sui problemi del nodo di Udine. Honsell ha attaccato l’attuale Giunta comunale udinese “che ha stracciato il patto siglato dalla precedente amministrazione con Rfi, senza risolvere il problema dei passaggi a livello”. Più in generale, Honsell ritiene che “la stazione di Udine meriti più attenzione: i binari sono troppo bassi, non c’è l’ascensore e persino l’orologio è guasto. E non vedo nessun progetto sulla Udine-Palmanova”. Santoro ha messo in guardia dal problema dei “rumori provocati dal passaggio dei treni merci a Udine sud, nella zona di via Pradamano” e ha attaccato “sull’interramento della stazione di Udine, magnificato come il futuro della città, su cui vedo però che al momento non c’è nulla”.
Tiziano Centis, capogruppo dei Cittadini, soddisfatto per gli investimenti sulla linea Casarsa-Portogruaro, sollecita l’abbattimento delle barriere architettoniche in diverse stazioni del Pordenonese. Il collega capogruppo del Pd, Diego Moretti, è tornato sul tema della galleria sul Carso, ricordando anche la contrarietà di alcuni Comuni al cavalcaferrovia di San Polo, sulla linea Trieste-Udine.
Lorenzo Tosolini, consigliere della Lega e vicepresidente della IV Commissione – che ha gestito gli interventi in aula in quanto la presidente Piccin era collegata ai lavori in videoconferenza – ha ripreso il tema delle compensazioni posto da Di Bert, ricordando che “quando si eliminò il passaggio a livello di Santa Caterina vennero ricostruite tre abitazioni private”. Ha poi sottolineato che “il nodo di Udine taglia in due la città, ritarda i mezzi di soccorso e crea potenziali problemi di sicurezza”, osservando come “molti grandi progetti procedano fin troppo lentamente”.
Emanuele Zanon, del gruppo Misto, ha chiesto se è in programma il dialogo con gli enti locali e la riattivazione del trasporto merci e turistico sulla tratta Sacile-Pinzano-Gemona, mentre Nicola Conficoni (Pd) ha parlato della tratta Venezia-Udine “che ha un alto livello di saturazione: bisognerebbe aumentarne la capacità”.