I poliziotti nelle scuole Fvg per sensibilizzare sui pericoli web.
Sensibilizzare sui pericoli nascosti in Rete ed educare le nuove generazioni a un utilizzo consapevole di internet. La polizia postale, in occasione della Giornata Mondiale degli Insegnanti che si celebra oggi e in concomitanza della Festa dei Nonni, ha organizzato un workshop sul tema della sicurezza online nelle scuole elementari sul territorio nazionale.
Gli Operatori della Polizia Postale hanno incontrato oltre 50mila bambini ai quali è stato regalato il libro “Interland: avventure digitali – in viaggio col nonno alla scoperta del Web”. Il volume, dedicato ai bambini e alle loro famiglie per aiutarli ad affrontare insieme i temi della sicurezza del web, edito da Gribaudo, è stato realizzato dalla Polizia Postale in collaborazione con Google e sarà distribuito gratuitamente anche dalla casa editrice Feltrinelli.
Al centro del dibattito con gli specialisti della Polizia Postale, il dialogo intergenerazionale sui temi del digitale e l’aiuto reciproco tra nonni e “nativi digitali” per sviluppare le competenze fondamentali per vivere online e in rete con consapevolezza. La Polizia Postale ha incontrato gli alunni delle classi quinte di alcune Scuole Primarie del Friuli Venezia Giulia: a Trieste gli alunni del Collegio Dimesse, a Udine gli alunni dell’Istituto Silvio Pellico, a Gorizia gli alunni dell’Istituto Giuseppe Ungaretti e a Pordenone gli alunni dell’Istituto Elisabetta Vendramini.
Inoltre, il volume sarà anche distribuito durante le giornate della Barcolana dagli operatori della polizia postale presso lo stand della Polizia di Stato che si troverà in Piazza dell’Unità d’Italia.
I protagonisti del libro sono nonno Agenore e i suoi due nipotini, Davide e Matilde, che, in occasione del compleanno del nonno, compiono un viaggio attraverso i “quattro Regni di Interland”, alla ricerca di un regalo nascosto. Nel corso del viaggio, i protagonisti dovranno affrontare alcune sfide – haters, phishing, incidenti legati alla privacy online, etc., le stesse che tutti noi affrontiamo ogni giorno sul Web – con insegnamenti e consigli.
L’obiettivo delle attività è insegnare ai bambini, sempre più precoci nell’utilizzo dei device, che nel periodo dell’emergenza Covid-19 sono stati sempre più esposti in solitudine sulla rete internet e vittime di reato, a sfruttare le potenzialità comunicative del web e delle community online senza correre rischi connessi al cyberbullismo, alla violazione della privacy altrui e propria, al caricamento di contenuti inappropriati, alla violazione del copyright e all’adozione di comportamenti scorretti o pericolosi per sé e per gli altri.
La formazione sui temi della sicurezza e dell’uso responsabile della rete è un impegno quotidiano della Polizia di Stato e la collaborazione con il Ministero dell’Istruzione è assolutamente determinante. Un impegno avvalorato anche dai dati sul rapporto tra giovanissimi e sicurezza online: l’avvento della pandemia ha di fatto bruciato le tappe di una progressione della diffusione dell’uso delle nuove tecnologie in fasce di età sempre più precoci: per riempire i lunghissimi pomeriggi chiusi in casa, per compensare la mancanza di contatti con i coetanei e i familiari, sono numerosissimi i bambini che hanno acquisito, in pochi mesi, una dimestichezza maggiore all’uso di tablet e smartphone, in un’età in cui, in passato, la biciletta e la palla erano le principali fonti di attrazione.
I bambini più piccoli che approcciano la rete sono attratti dai giochi online, si muovono sui social network ma rivelano la loro forte fragilità per inesperienza, per immaturità cognitiva ed emotiva, e per una profonda suggestionabilità che li espone, inevitabilmente, al rischio di essere vittime di cyberbullismo e ancor più di adescamento online. Emerge che molti genitori si sono detti preoccupati della sicurezza online dei propri figli, e due su quattro hanno dichiarato di aver preso precauzioni per proteggerli.
Le misure più utilizzate dai genitori sono state le limitazioni all’accesso ad alcuni siti web e alle informazioni che postano su di loro sui propri social network, insieme a quelle che i loro figli possono condividere con le loro cerchie di amici online. Inoltre, molti dei genitori italiani hanno dichiarato episodi di cybercrime subiti dai figli, i più frequenti dei quali sono stati il download di un virus sul loro PC o su quello della famiglia, risposte a email di phishing, episodi di smishing (SMS) e violazioni dei profili social.