Il timore di perdere il lavoro tocca il 28% dei friulani.
I friulani hanno il sentore di tempi difficili: oltre uno su quattro (pari al 28 per cento) non si sente sicuro della propria occupazione e teme che una nuova cristi economica e il rallentamento dell’economia possano portarlo a perdere il posto di lavoro. A rivelarlo è il sondaggio People at Work 2023 dell’ADP® Research Institute, condotto su oltre 32.000 lavoratori in 17 paesi (2mila lavoratori in Italia) tra ottobre e novembre.
A livello italiano.
A livello nazionale, il timore è ancora più diffuso e riguarda un lavoratore su tre (34%). Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le paure sono maggiori negli uomini (38%) e inferiori nelle donne (30%). I sentimenti di precarietà sono più alti nella fascia 35-44 anni (37%), segue la generazione Z, ovvero quella che va dai 18 ai 24 anni con il 36%, dai 24 ai 34 è timoroso il 34%, mentre dai 45 ai 54 anni il 33%; solo il 26% degli over 55 è invece preoccupato per il proprio posto di lavoro.
Secondo dati Inps, nel 2022 i licenziamenti di natura economica sono aumentati del 41% sull’anno. Occorre però ricordare che i licenziamenti economici erano bloccati dalle normative introdotte nel 2020 a fronte dell’evento pandemico e che sono stati riaperti a partire da giugno e ottobre 2021.
Se confrontato invece al dato 2019, nel 2022 ci sono stati circa 127.000 licenziamenti in meno (-25%). Inoltre, nel primo semestre del 2023 si evidenzia una forte riduzione rispetto al 2022 dei licenziamenti di natura economica (-18%) mentre sono in leggero aumento le cessazioni per risoluzione consensuale (+3%).
I dati del Friuli.
Complessivamente, il 56,3% dei lavoratori friulani pensa che nessuna professione sarà immune dall’attuale incertezza economica, e il 6% crede che l’uso dell’intelligenza artificiale diventerà la norma nel proprio settore nei prossimi cinque anni, riducendo così le attività manuali.
In questo contesto, il 9,4% dei lavoratori friulani ha preso in considerazione la possibilità di cambiare settore negli ultimi 12 mesi e il 9,38% ha pensato di avviare un’attività in proprio. Il 6,2% degli over 55 ha pensato di chiedere la pensione anticipata.
“I tempi sono difficili, è normale che i lavoratori si sentano preoccupati per il proprio lavoro, temendo la perdita del proprio posto per motivi economici ma anche con l’introduzione dell’intelligenza artificiale, che presumibilmente potrebbe sostituire alcune mansioni – commenta Marcela Uribe, General Manager ADP Southern Europe -. Le aziende dovrebbero fare di più per rassicurare i propri dipendenti, mostrando loro che gli sforzi sono riconosciuti e che le prospettive di carriera sono effettive”.
“Non è necessariamente vero che i tagli di posti di lavoro in un’azienda significhino che altri seguiranno l’esempio o che l’automazione, l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico siano cose di cui aver paura. Potrebbero infatti rendere il lavoro delle persone più facile o più soddisfacente in futuro. Vale la pena che i datori di lavoro parlino con i lavoratori ora, per affrontare le idee sbagliate e fugare preoccupazioni inutili”.
“Facendo sentire il personale più a suo agio e al sicuro, sottolineando quali prospettive di formazione e avanzamento di carriera potrebbero essere offerte – conclude -, i dipendenti si sentiranno maggiormente in grado di concentrarsi su fare un buon lavoro senza preoccuparsi del futuro. E se i datori di lavoro possono fare tutto questo assicurandosi di offrire una retribuzione equa e una cultura del posto di lavoro inclusiva e coinvolgente, è probabile che i lavoratori si sentano molto più positivi nei confronti dell’azienda per cui lavorano”.