Pane a peso d’oro: in Fvg il prezzo al chilo può superare i 6,5 euro

Schizza il prezzo del pane

E’ un bene basilare, che consumiamo quotidianamente, ma il caro vita non sta risparmiando neppure il pane, il cui prezzo continua a salire.

Basti pensare che, secondo le rilevazioni del Mise, nella provincia di Udine un chilo di quello fresco può arrivare fino a 6,6 euro, 60 centesimi più di gennaio. Sempre stando ai dati dell’Osservatorio del Ministero, la quotazione media si attesta sui 4,33 euro. Il territorio di Udine, tra l’altro, segna il record in regione: va un po’ meglio a Pordenone, dove il prezzo massimo è di 5,9 euro al chilo e quello medio di 4,38; e pure a Trieste, dove il massimo è di 6,2 euro e quello medio 4,12. Allo stesso modo, anche il prezzo al consumo dei panificati vari è cresciuto, un aumento che, tra settembre 2021 e settembre di quest’anno, ha raggiunto il 20 per cento (parliamo di prodotti come crackers, pan bauletto, taralli)

Tutte le materie prima hanno subito aumenti (dal burro, alla farina che ad ottobre crescerà ancora), ma a far schizzare in su i prezzi sono ancora una volta soprattutto le bollette, come spiega Pierluigi Orlandi, presidente del gruppo Panificatori di Confcommercio Udine e consigliere dell’omologo gruppo regionale: “Stiamo navigando a vista e questo non è un bel lavorare per nessun imprenditore, anzi, crea fortissime preoccupazioni, al punto che non si pensa nemmeno se le aziende chiuderanno in positivo quest’anno, si pensa solo se a dicembre saranno ancora o meno sul mercato – spiega -. Le bollette per me sono passate da 1300 a 4200 euro per l’energia, e da 1800 a 5400 per il gas e con ottobre raddoppieranno di nuovo. E’ per questo che le imprese sono costrette ad adeguare i prezzi, a seconda dei rincari che hanno avuto. Sono fortissimamente preoccupato: l’ordine del giorno, lo sento anche nei clienti, è la prossima bolletta”.

Per questo Orlandi lancia un invito alla categoria: “Dobbiamo essere più uniti possibile e collaborare nel caso si avverino ulteriori aumenti: dato il servizio sociale che svolgiamo – dice -, dobbiamo considerare la possibilità di una produzione a giorni alterni per le diverse zone, ossia alternarci tra panificatori nella produzione per tagliare i giorni lavorativi e quindi le spese. Mi auguro non si arrivi a tanto, ma date le prospettive invito alla massima collaborazione”.