I numeri degli esami antitumorali in Fvg.
Aumentano i tamponi per il Covid, ma calano drasticamente gli esami antitumorali. In tutta Italia gli screening oncologici si sono ridotti quest’anno del 90% rispetto al 2019. In Friuli Venezia Giulia la situazione è meno grave, ma comunque ben lontana dai numeri dell’anno precedente.
È quanto comunica il governo nella risposta ad una interrogazione del deputato di Forza Italia Roberto Novelli riferita al numero di screening antitumorali rimandati a causa della pandemia e le misure adottate per evitare ulteriori rinvii in coincidenza della seconda ondata.
“I numeri forniti – commenta Novelli –, seppur prevedibili, sono molto preoccupanti, poiché uno screening rinviato potrebbe avere gravi conseguenze. Probabilmente nell’estate il quadro è migliorato, ma è necessario fare il possibile per evitare che si ripeta quanto accaduto in primavera. Non bastano gli stanziamenti, perché quel che manca è il tempo. Serve una strategia per dare risposte immediate, a partire dall’incremento del personale e dal controllo sull’efficacia degli interventi dei sistemi sanitari regionali”.
I dati forniti dal Governo fanno riferimento a un report dell’Osservatorio nazionale screening sui ritardi accumulati alla fine di maggio per lo screening mammografico, cervicale e colorettale, disaggregati per regione. Dallo studio emerge che 13 regioni a maggio hanno erogato mammografie, ma solo cinque (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Veneto e Valle d’Aosta) in numeri almeno pari al 20% delle prestazioni del 2019. Analoghe cifre anche per quanto riguarda lo screening cervicale, ma diverse le regione virtuose: Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Valle d’Aosta più la provincia autonoma di Bolzano. Ancora peggio per quanto riguarda lo screening rettale: 11 regioni hanno effettuato esami, ma solo due enti – Toscana ed Emilia Romagna – con una percentuale superiore al 20% rispetto al 2019.
“Anche per questi indicatori – conclude Novelli – la nostra regione registra risultati migliori rispetto alla gran parte delle altre regioni, ma purtroppo siamo ancora lontani rispetto ai numero del 2019. Il governo deve dare maggior sostegno alle regioni: maggiori risorse, innanzitutto per potenziare il personale, dai medici agli infermieri agli oss. C’è la necessità di agire il più velocemente possibile, non c’è tempo da perdere”.