Il nuovo test salivare realizzato da un’azienda del Friuli.
Un nuovo modo di testare le persone per individuare le positività al Covid. Arriva da un’azienda del Friuli un altro metodo per effettuare il prelievo di campioni al fine di effettuare il test Rna.
La sperimentazione, già testata nei laboratori dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc), comporta non più l’utilizzazione del classico tampone nasofaringeo, ma la raccolta della saliva. Ad annunciarlo è stato il governatore Fvg, Massimiliano Fedriga. “Stiamo testando la nuova metodologia nei tamponi rapidi che stiamo facendo sul territorio. Su 25 sintomatici sottoposti sia al test naso-faringeo sia salivare, l’adiacenza è stata del 100%, con il salivare risultato addirittura più sensibile. Il tampone naso faringeo, infatti, è poco cellulato, e può risultare negativo. Questo sarebbe un rischio. Sulla saliva il pericolo non esiste per l’elevato numero di cellule”. Sarà richiesta all’Istituto superiore di sanità la validazione del test salivare.
Questo metodo, sottolinea il governatore, “elimina totalmente una buona parte del problema, cioè che gli operatori sanitari vadano a svolgere il prelievo, risolvendo anche la criticità per chi si deve sottoporre all’indagine e ha delle difficoltà a svolgerla. Si tratta di una rivoluzione che, se confermata, ci consentirebbe a livello nazionale e internazionale di semplificare tutti i procedimenti per trovare il virus. Anche per le nostre realtà produttive offriamo al mondo un esempio concreto e virtuoso”. Si tratta di una provetta sterile con una soluzione salina che riesce a garantire che il campione possa poi essere processato attraverso gli attuali macchinari. “Gli studi Asufc sono molto ottimistici e danno risultati oltre ogni aspettativa”, ha rimarcato Fedriga. Il prelievo salivare sarà utilizzato a Paularo, uno dei comuni dove è previsto lo screening di massa, abbinato al tampone rapido.
Il presidente del Fvg ha annunciato anche un’altra novità. “L’Università di Trieste è stata accreditata oggi dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per l’inizio di un nuovo studio nell’utilizzo di un farmaco già conosciuto, antiparassitario, per il quale si ipotizza, da analisi laboratorio, che funga da profilassi per i pazienti no Covid. Sarà sperimentato – conclude Fedriga – nelle case di riposo su base volontaria: non ha effetti collaterali e pare possa abbassare rischio di contagio o renderlo asintomatico. Così facendo, vogliamo proteggere le persone più fragili”.