Mese di aprile difficile per il Friuli Venezia Giulia.
Che mese dobbiamo aspettarci? È la domanda che si fanno molti in Friuli Venezia Giulia dopo l’annuncio del governo, che ha parlato di zone rosse o al massimo arancioni in tutta Italia, salvo deroghe da verificare in corso d’opera, sino al 30 aprile.
E se in Fvg, al pari del resto del Paese, c’è la bella notizia relativa alla riapertura delle scuole – fino alla prima media – da mercoledì prossimo, le altre incognite non mancano. La prima è sulla tenuta delle piccole imprese, in particolare bar e ristoranti: le continue chiusure stanno mettendo in ginocchio più di qualche imprenditore, anche perché operare per asporto o con consegna a domicilio di sicuro non è sufficiente ad assicurare un volume d’affari adeguato. Una situazione che stanno pagando anche i collaboratori e relative famiglie.
E poi, deroghe e riaperture sì, a patto che i numeri della pandemia siano incoraggianti. In Fvg, nonostante la curva dei contagi sembri aver imboccato la china discendente, il quadro non induce all’ottimismo. Al 30 marzo, secondo il report della Fondazione Gimbe, la regione era la terza in Italia per numero di attualmente positivi ogni 100.000 abitanti: sono 1.274, un valore molto al di sopra della media nazionale (944) e inferiore soltanto a Campania ed Emilia Romagna. Un riscontro che non fa ben sperare, almeno nell’immediato.
Soltanto oggi, i nuovi contagi sono stati oltre 500, oltre a 14 decessi. Segno che la guardia deve essere ancora mantenuta alta. Non a caso è arrivata la conferma della zona rossa anche nella settimana dopo Pasqua. Una misura dovuta al numero di contagi settimanali ogni 100.000 abitanti, ancora oltre la soglia critica di 250.
Insomma, il quadro resta complicato in Fvg. L’auspicio è che il vento possa presto cambiare, ma dipenderà dal numero dei contagi.