In Fvg meno vaccinati della media nazionale, il record negativo di Trieste

Il dato sul numero di vaccinati in Fvg.

Un’adesione alla campagna vaccinale inferiore alla media italiana, in particolare a Trieste. E poi il boom di contagi in Slovenia, Croazia e Carinzia. E, ancora, i cortei no-pass che hanno alimentato consistenti focolai. Sono questi i tre fattori che alimentano la recrudescenza della pandemia e stanno per spingere il Friuli Venezia Giulia in zona gialla. Lo ha spiegato oggi il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, nell’ambito della sua dettagliata informativa ai consiglieri della Terza commissione, presieduta dal leghista Ivo Moras.

“Alla data del 4 novembre – ha reso noto Riccardi – l’incidenza in Fvg era di 127,3 contagi ogni 100mila abitanti, seconda solo alla provincia autonoma di Bolzano che ne contava 154,1. E anche in quel caso – ha osservato il vicegovernatore – si tratta di un’area di confine”. In Paesi e regioni a noi vicine la situazione è infatti ancora peggiore: 383 casi in Carinzia, 730 in Slovenia, addirittura 774 in Croazia, nell’area di Zagabria. Quanto al numero di vaccinati, in regione ha aderito l’82 per
cento degli over 11 e si tratta di un dato inferiore di diversi punti percentuali alla media nazionale. In sostanza abbiamo 1 non vaccinato ogni 5 residenti e nell’area triestina il rapporto diventa di 1 su 3, con il 30 per cento della popolazione che ha ritenuto di non immunizzarsi”.

Più tamponi e meno incidenze ospedaliere.

“A fronte di questa situazione – ha continuato Riccardi –, per venire alle note positive, l’attività di sorveglianza resta importante in quanto il Fvg è una delle regioni che fa più tamponi in relazione al numero degli abitanti. E la curva in rialzo ha una incidenza ospedaliera decisamente inferiore rispetto alle precedenti ondate”.

Lo dimostrano in modo chiaro i dati sui contagi nelle residenze per anziani. “Nel 2020 ci furono 1523 positivi e altri 236 ricoverati, quest’anno fino all’8 novembre abbiamo avuto solo 35 positivi e 2 ricoverati. Questa differenza di numeri – ha detto ancora Riccardi – si chiama vaccino”. Peraltro i positivi più recenti sono in maggior parte giovani: il virus colpisce in particolare la fascia 11-13 anni e, a seguire, il range 6-10 anni. Questi contagi determinano un aumento progressivo del numero di alunni e docenti in quarantena negli istituti scolastici.

La terza dose.

Il virus che rialza la testa avrà certamente impatti sull’attività ordinaria e programmata dei reparti ospedalieri, e per frenare la corsa dei contagi si punta molto sulla terza dose. “Stiamo notando una certa timidezza – ha detto a questo proposito il vicegovernatore – anche perché si tratta di una dose consigliata e non obbligatoria ai fini del green pass, e perché siamo nel periodo che coincide con l’anti-influenzale”. E sempre a proposito del pass sanitario, Riccardi ritiene importante risolvere il problema del mancato allineamento dei tempi tra la durata dell’efficacia del vaccino e il più lungo periodo di validità del documento che certifica la doppia dose.