I dati sul Covid in Fvg nel nuovo monitoraggio Gimbe.
La sfumatura del giallo tende all’arancione in Friuli Venezia Giulia. E anche se, per il momento, non è il caso di allarmarsi, sale l’attenzione in regione per i numeri legati alla pandemia da Covid, offerti dall’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe.
A preoccupare, in particolare, sono i riscontri relativi agli ospedali. In Fvg, nella settimana dal 1° al 7 dicembre, i dati parlano di un’occupazione di posti letto del 16% nelle terapie intensive e del 24% nelle aree mediche: per passare in zona arancione, da quella gialla attuale, la soglia è del 20% per le aree critiche e del 30% negli altri reparti, oltre a un’incidenza di casi compresa tra 150 e 250 ogni 100mila abitanti. Un trend, quello dell’occupazione di posti letto, in risalita in tutta la Penisola: “Sul fronte ospedaliero – precisa Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – si rileva un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti Covid: rispetto alla settimana precedente +16,3% in area medica e +13,6% in terapia intensiva”. A livello nazionale, al 7 dicembre il tasso di occupazione è del 10% in area medica e del 9% in area critica, con notevoli differenze di situazioni nelle varie regioni.
La regione, poi, è oltre al tetto dei 150 casi ogni 100mila abitanti come incidenza, anche perché ci sono tre città regionali nelle prime 10 in Italia in questa sgradita classifica: si tratta di Trieste (694 casi ogni 100mila abitanti), che ha la situazione peggiore su scala nazionale, poi Gorizia (ottava con 377) e Pordenone, decima con 365. Udine è ventesima, con 244 contagi ogni 100mila abitanti.
Fvg ancora indietro sui vaccini.
Nonostante la rimonta degli ultimi giorni, la regione è ancora in ritardo sul fronte vaccini rispetto alla media nazionale. La popolazione che ha concluso il ciclo vaccinale in Fvg è pari al 75,9%, contro un valore italiano del 77,3%. Molto più ampio il distacco per quanto concerne la terza dose: sul territorio regionale è pari al 35,4%, contro un valore mediano in Italia del 46,8%.