Il rapporto sull’andamento della mortalità da Covid in Fvg.
È una di quelle analisi che fa male, che ha l’ingrato compito di mettere nero su bianco l’evoluzione della pandemia in Italia, con il suo pesante carico di vite umane, che tutti conosciamo. Nell’ultimo rapporto di Altems, l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, pubblicato proprio prima della fine dell’anno, viene messa in luce la crescita dei contagi, correlata alla curva dei morti, relativamente ai periodi 17 ottobre e 15 novembre e 16 novembre e 15 dicembre.
L’obiettivo dei ricercatori era analizzare l’andamento della mortalità grezza, ovvero il numero di persone venute a mancare in un dato periodo di tempo. Così si scopre che in Italia il numero delle vittime è più che raddoppiato in un mese passando da 14,53 a 33,40 morti ogni centomila residenti. Ma è il Nordest a registrare, sul finire dell’anno il triste record, con in testa proprio il Friuli Venezia Giulia ed il Veneto.
Qui l’incidenza di vittime, secondo lo studio, si è più che quadruplicato passando da 13,95 a 62,16 nel caso del Fvg e da 12,18 a 43,30 nel caso del Veneto. Numeri drammatici che acquisiscono ancora più valore se messi in relazione all’ultima settimana analizzata dagli esperti e cioè quella dal 9 al 15 dicembre, poco prima del decreto di Natale. In questa triste classifica al Fvg spetta il record di mortalità d’Italia con il tasso del 14,61 in rapporto ai 100mila abitanti, staccando il Veneto al 12 e soprattutto doppiando la media nazionale attestatasi al 6,84.
Per contrastare l’aumento dei contagi e l’eventuale aumento della domanda dei ricoveri la Regione Fvg sta studiano, in queste ora, l’ampliamento di posti letto attraverso una manovra ospedaliera che ne preveda almeno il 10% in più rispetto agli attuali da dedicare al trattamento dei pazienti Covid-19.
“E’ in fase di valutazione – ha confermato l’assessore regionale Riccardo Riccardi – un aumento dei posti letto in alcune strutture per far fronte ad un contagio che non decresce in maniera significativa. Serve una visione complessiva che tenga conto di una situazione in cui non assistiamo ad un calo importante dei contagi”.