Le meraviglie del monte Ciaurlec.
Il Friuli Venezia Giulia offre divertimento a qualsiasi altitudine. Tra il cinguettio di un uccello e il rumore di un ramo che si spezza sotto i piedi, chi ama la montagna ne riesce a cogliere l’essenza più pura, fatta di fatica e divertimento allo stesso tempo. È così anche per chi, a Travesio e dintorni, si perde nell’immensità del monte Ciaurlec tra sentieri, pareti rocciose e testimonianze storiche come le foibe, cicatrici indelebili di quella che è stata la resistenza anti-fascista della zona.
Casera Davass
Per gli escursionisti invece, il monte Ciaurlec offre una vasta gamma di sentieri più o meno faticosi. Cosparse per la montagna si possono trovare le cosiddette “Casere”, ossia dei rifugi presso i quali i viandanti possono sostare sia per dormire, che per mangiare o fermarsi solo per un momento. Si tratta di vere e proprie casette aperte al pubblico il cui mantra è il rispetto degli spazi e la condivisione, poiché spesso può capitare di trovare altre persone. All’interno di questi rifugi si respira un’atmosfera anacronistica: non c’è corrente né Wi-Fi, solo delle persone con cui accendere un fuoco nel camino e conversare piacevolmente.
La scelta della Casera Davass non è casuale in quanto posizionata in un punto sopraelevato (891m) che offre un panorama a dir poco mozzafiato. Per gli appassionati di montagna, posti pittoreschi e atmosfere all’antica, la Casera Davass è senza dubbio uno dei posti da non perdere.
Mountain bike, gli anelli del Ciaurlec
Per chi ama i sentieri ma preferisce goderseli sulla sella di una mountain bike le opzioni sono moltissime. Tra tutte, una delle più valide è sicuramente l’anello che va dal monte Valinis (Meduno) al monte Ciaurlec (Travesio), in un percorso che si dirama per 14,73 km circa. Per chi è allenato può sembrare una distanza non eclatante ma, al netto dei km totali, il dislivello totale ammonta a circa 693 metri, una cifra piuttosto considerevole se si calcola il terreno accidentato. Per chi si ritiene esperto ed è in cerca di un tipo di esperienza ancora più avvincente e faticosa, esiste l’anello del monte Ciaurlec. 43 km totali, dalle 4 alle 5 ore di percorrenza e un dislivello di 1233 metri. Sicuramente non adatto alle persone poco allenate, questo percorso ripaga tutte le sofferenze patite al momento del passaggio in un bosco dall’atmosfera fiabesca, immacolato nella sua tranquillità.
Palestra di roccia sul monte Ciaurlec
La palestra di roccia è un’ottimo passatempo per chi fa dell’arrampicata il proprio sport preferito. Questa volta ci troviamo nella zona pedemontana del monte Ciaurlec e la roccia che la compone è completamente differente. Si tratta di un conglomerato esteso, la cui parte centrale presenta uno strapiombo ed è quindi ricca di vie intense e difficili da scalare, dove una buona dose di forza e di resistenza diventa obbligatoria. La zona è protetta da numerosi alberi e quindi anche in caso di caldo eccessivo le vie risultano utilizzabili senza alcun tipo di problema particolare. I percorsi totali sono 40, equamente distribuiti in base al livello di difficoltà che li caratterizza.
Il Castello di Toppo
Situato alle pendici del monte Ciaurlec, Toppo di Travesio è un borgo che rientra ufficialmente tra “I Borghi più Belli d’Italia”, nonché un valido punto d’interesse per chi s’intende di storia medievale. La parte più interessante inizia quando, dopo una camminata di circa 15 minuti nel bosco, si arriva al Castello. L’edificio risale al XII-XIV secolo e domina la piana sulla quale si estende. Di fronte ad esso si può notare un’altra costruzione, la Cappella di Sant’Abate, che veniva utilizzata per le funzioni religiose.
La foiba “Fous di Balanceta”
La storia delle foibe del Ciaurlec è fatta di resistenza, di spie e di morti atroci che hanno segnato in maniera indelebile le sorti del territorio. Gli Eroi Partigiani che si opposero alla forza tedesca furono molti e seppur diversi tra loro, alcuni di essi si ritrovarono accomunati dallo stesso destino. A fare da cornice una montagna come il Ciaurlec, indifferente e silenziosa spettatrice di tutti gli abomini causati dalla crudeltà dell’essere umano. Quando i nazisti invasero il territorio, la “caccia al partigiano” divenne necessaria e coloro che provarono ad opporsi dovettero nascondersi, fuggire dalla propria ombra.