Monoporzione e posate di plastica, la protesta in Fvg contro le mense scolastiche

L’interrogazione alla Giunta regionale.

Il ritorno a scuola coincide anche con la ripresa della somministrazione dei pasti ad alunni e docenti nelle mense scolastiche. Il protocollo ministeriale, approvato a inizio agosto, prevede la distribuzione in monoporzioni e l’utilizzo di posate e contenitori monouso, da sfruttare una volta e gettare via subito per scongiurare il rischio di contagio da covid-19.

Una soluzione non sostenibile per il Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia in Regione, e sulla quale si sono espressi negativamente anche l’Anci insieme a diversi Comuni del Friuli-Venezia Giulia. In primo luogo, porterà ad un aumento esponenziale dei rifiuti di plastica e materiale compostabile, con un pesante impatto sull’ambiente. “Si impieghino materiali riutilizzabili, come la ceramica, più economici rispetto a quelli monouso anche per ragioni di trasporto, il cui impiego influisce positivamente sull’educazione degli studenti al riuso e al risparmio”, osservano i consiglieri regionali Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli.

“Un recente documento elaborato dall’Organizzazione mondiale della sanità, secondo la quale ad oggi non esiste nessuna prova scientifica che accerti la trasmissione del coronavirus tramite il cibo, non ha sconsigliato l’utilizzo di contenitori riutilizzabili e non ha suggerito il ricorso a materiale monouso, focalizzandosi invece sull’importanza delle pratiche igieniche fondamentali alla riduzione del rischio di trasmissione della maggior parte delle malattie di origine alimentare e altre misure quali l’alta temperatura di cottura e la corretta conservazione”, ricordano i consiglieri del Patto per l’Autonomia che hanno presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per sapere se e con quali tempistiche intende intraprendere azioni presso il Governo per non rendere obbligatorio l’utilizzo di monoporzioni e contenitori monouso nelle mense scolastiche.

Una richiesta più che legittima considerato che il comitato tecnico-scientifico istituito per l’emergenza coronavirus aveva indicato che “le singole realtà scolastiche dovranno identificare soluzioni organizzative ad hoc che consentano di assicurare il necessario distanziamento attraverso la gestione degli spazi (refettorio o altri locali idonei), dei tempi (turnazioni) e solo in misura residuale attraverso la fornitura del pasto in lunch box per il consumo in classe, non prevedendo quindi nessun obbligo di utilizzo di monoporzioni e contenitori monouso”Evitare di ricorrere a oggetti monouso non significa abbassare la guardia. Si faccia uno sforzo che sposi l’attenzione alla sicurezza sanitaria con quella alla sicurezza alimentare e all’ambiente”, concludono Bidoli e Moretuzzo .