Serviranno nuove autorizzazioni e un parere vincolante della Regione.
Nuovi paletti per i centri per minori stranieri non accompagnanti in Friuli Venezia Giulia. L’emendamento di Giunta che modifica l’articolo 7 della legge regionale 2023 in materia di interventi di immigrazione e che prevede di subordinare le istanze per il rilascio di nuove autorizzazioni per le strutture che accolgono minori stranieri non accompagnanti a un parere vincolante della Regione. Con una delibera di Giunta saranno, inoltre, determinati i criteri per il rilascio del parere, incentrati sul reale fabbisogno di posti di accoglienza e sulla collocazione territoriale delle strutture, tenuto conto dei posti già disponibili e della localizzazione delle strutture già autorizzate.
I criteri.
“Con questo emendamento puntiamo a mettere ordine nel sistema caotico delle strutture per minori stranieri non accompagnati – ha affermato l’assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti – . Le norme nazionali, purtroppo, non sono più adeguate a una gestione efficace dell’attuale situazione. Per questo, come Amministrazione regionale, abbiamo deciso di intervenire, fissando criteri precisi riguardo il reale fabbisogno di queste strutture. Sostanzialmente non permetteremo più che minori stranieri non accompagnati di competenza di altre regioni arrivino in Friuli Venezia Giulia. Giovani che, tra l’altro, hanno creato i maggiori problemi di ordine pubblico nelle nostre città”.
“Grazie al nostro provvedimento – ha aggiunto Roberti – le istanze per il rilascio di nuove autorizzazioni per strutture che accolgono questi minori saranno infatti sottoposte a un parere vincolante rilasciato dalla Regione.Con deliberazione della Giunta regionale saranno determinati i criteri per il rilascio del parere incentrati sul reale fabbisogno di posti di accoglienza e sulla collocazione territoriale delle strutture, tenuto conto – ha sottolineato l’assessore – dei posti già disponibili e della localizzazione delle strutture già autorizzate”.
“L’impatto di queste realtà risulta essere particolarmente forte sia sui Comuni più piccoli ma anche sui centri principali, dove c’è una densità abitativa già significativa. Con questo intervento stabiliamo, pertanto, che il Friuli Venezia Giulia debba occuparsi esclusivamente dei minori stranieri non accompagnati di propria competenza, nella convinzione che tutte le altre regioni possano fare la propria parte”.
La discussione in aula.
L’emendamento, arrivato in Aula senza una previa discussione nella Commissione competente in materia, ha scatenato le rimostranze delle Opposizioni. Manuela Celotti (Pd) ha presentato un subemendamento, non approvato, che proponeva che vi fosse anche il passaggio nella Commissione competente per il rilascio dell’autorizzazione regionale.
A chiedere lo stralcio dell’emendamento (bocciato poi da Giunta e Maggioranza) è stato il capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, Massimo Moretuzzo, che ha sottolineato “l’inopportunità di un emendamento presentato in Aula senza nessuna previa discussione in V Commissione”.
Opinione condivisa anche dagli altri esponenti dei gruppi di Opposizione. Per Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) “si è trattato dell’ennesima dimostrazione di un modus operandi della Giunta regionale da rigettare, data soprattutto la complessità del tema”. Honsell ha, inoltre, chiesto chiarimenti in merito alla “determinazione dei criteri per il rilascio del parere regionale e su cosa si intenda per reale fabbisogno di posti di accoglienza”.
Per Francesco Russo (Pd) lo stralcio dell’emendamento era “necessario affinchè questo non diventi l’ennesimo atto da sbandierare in modo strumentale e che non porterà nessuna miglioria alle problematiche dell’accoglienza”. Secondo l’esponente dem “il vero tema da affrontare non è quanti minori stranieri arrivano e dove vengono distribuiti, ma cosa si fa di loro”.
Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra) ha detto che “l’emendamento proposto da Roberti è arrogante, con una mano chiude la porta dell’accoglienza mentre con l’altra la spalanca per far entrare manodopera scelta e sottopagata. Non è il modo di integrare e far interagire mondi che a prima vista sono lontani, ma che necessitano l’uno dell’altro”.
Secondo Enrico Bullian (Patto-Civica) “le legge regionale 9/2023, non ha bisogno di forzature con un emendamento che riguarda una tematica sensibile che si presta alla speculazione politica”.
Anche per la pentastellata Rosaria Capozzi “si tratta di un emendamento truffa che fa passare il messaggio che la modifica bloccherà l’arrivo dei minori non accompagnati, nonchè di una norma che fa riferimento a criteri indeterminati che non vengono precisati”.
Laura Fasiolo (Pd) ha ribadito che sarebbe stato “necessario discutere del tema in oggetto in Commissione” e che “tali problematiche non vanno gestite in modo compulsivo, ma è necessaria una seria riflessione per cercare le soluzioni efficaci e migliori”.
Se la proposta di Giunta ha fatto storcere il naso alle Opposizioni, dalla Maggioranza è invece arrivato il plauso alla modifica normativa in questione. Per Mauro Di Bert (Fedriga presidente) “è un intervento auspicato da più parti e che servirà a disciplinare in modo più organico un settore complicato”.
Per il capogruppo della Lega, Antonio Calligaris, “la proposta di Giunta è un adeguato strumento per stabilire un tetto di minori stranieri non accompagnati con le relative strutture da autorizzare sul territorio”. Secondo Roberto Novelli (Forza Italia) “l’emendamento dà risposta a tutti quei cittadini che ci hanno votato e hanno chiesto di ridimensionare il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati”.
Per Carlo Grilli (Fedriga presidente) “è un atto necessario per riuscire a garantire ai minori che arrivano sul territorio un percorso di integrazione più adeguato e per mettere uno stop a tutte quelle strutture che non garantiscono supporto adeguato”.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Claudio Giacomelli, chiarendo che “i minori non accompagnati non possono essere respinti per legge e che quindi l’emendamento non va in quella direzione”, ha detto che “è una azione meritoria che calcola il fabbisogno della nostra regione”.
A prendere la parola anche il governatore Massimiliano Fedriga che ha evidenziato come “il provvedimento sia un utile strumento per mettere fine alla speculazione di risorse molto cospicue da parte dei centri di accoglienza per minori non accompagnati”.
In replica, l’assessore Pierpaolo Roberti ha ricordato che “la Commissione competente è già stata coinvolta sul tema quando è stata approvato la legge 9/2023 che sancisce che l’Amministrazione regionale attua il monitoraggio quantitativo e qualitativo dei flussi dei minori stranieri non accompagnati, nonchè il monitoraggio sulla capienza e sul finanziamento delle strutture di accoglienza in base al fabbisogno territoriale”.
L’assessore ha, inoltre, evidenziato che “è inaccettabile che si siano verificate situazioni in cui alcuni sindaci dei Comuni hanno dovuto pagare di tasca propria camere di albergo per ospitare minori stranieri provenienti dalla rotta balcanica, perchè, nel frattempo, molte strutture di accoglienza avevano rimpinguato i posti vacanti con minori stranieri provenienti da altre regioni”. “Questo provvedimento – ha detto Roberti in chiusura – mette ordine al sistema e stabiliamo, pertanto, che il Friuli Venezia Giulia debba occuparsi esclusivamente dei minori stranieri non accompagnati di propria competenza, nella convinzione che tutte le altre regioni possano fare la propria parte”.
Il consigliere Honsell (Open) ha aperto le dichiarazioni di voto affermando che “oggi abbiamo assistito all’umiliazione dell’Aula, con il presidente Fedriga venuto qui a farsi fotografare”. “Avete fatto un comizio con la scusa dell’urgenza – ha protestato Moretuzzo del Patto-Civica -, profondamente scorretto nei rapporti istituzionali. State facendo propaganda sulla pelle delle persone”.
Di Bert (Fp) ha risposto alle critiche delle Opposizioni affermando che “l’assessore Roberti ha spiegato benissimo il motivo dell’emendamento presentato dalla Giunta. Il governatore Fedriga ha fatto ciò che fa da 7 anni: lavora correttamente”.
Contraria la dem Celotti che ha rimarcato: “Il Pd aveva iniziato la seduta con aperture, bastava organizzare l’audizione richiesta in Commissione mesi fa. Ci avete chiesto di votare qualcosa che è un assegno in bianco”.
Per il capogruppo leghista Calligaris “le accuse sentite sono inaccettabili. Sono state rispettate tutte le procedure, questo non è un intervento di propaganda. Qui non si svilisce nulla, abbiamo presentato una norma che non vi piace ma questa è la democrazia”.